L’isis si connette ad internet con le parabole e i satelliti europei

Der Spieger, noto settimanale tedesco, pubblica online alcuni documenti che attestano come, dalle aree del sedicente Califfato "nero", l'Isis utilizzi le connessioni satellitari per connettersi ad internet tramite due satelliti europei (Avanti e Eutelsat)

L’isis si connette ad internet con le parabole e i satelliti europei

In queste ore, il settimanale più diffuso in Europa, Der Spiegel, pubblica sul suo sito online alcuni documenti che rivelano come l’Isis si colleghi a internet tramite le parabole satellitari.

Nello specifico, i documenti in possesso dello Spiegel spiegano che in Siria le connessioni terrestri sono troppo danneggiate da anni di guerra e di scarsa manutenzione. Per questo motivo, nel sedicente califfato islamico si è preso l’abitudine di usare degli impianti satellitari per connettersi ad internet: gli impianti in questione, costituiti dalla parabola, da un modem e da un transceiver, permettono sia di inviare dati che di riceverli ma vanno montati esclusivamente da tecnici dell’Isis, pena gravi punizioni: in questo modo si controlla la libertà d’informazione sul territorio e si evita, parimenti, che possano sfuggire informazioni importanti o che possa essere inavvertitamente comunicato un dato essenziale come la posizione GPS di un quartier generale.

Le connessioni parabolari “incriminate” si interfacciano con due satelliti europei, quello di Avanti Communications, società con sede a Londra, e quello di Eutelsat, azienda francese con partecipazione statale al 26% e partono tutte dal territorio controllato dall’Isis: in particolare da Aleppo (parzialmente occupata dai miliziani “neri”), Raqqa (capitale del califfato), e Mosul, sull’Eufrate (in Iraq). La collocazione delle parabole sull’area in questione è stata, inoltre, confermata dalle posizioni GPS che gli installatori degli impianti devono comunicare pur di poter avere una connettività stabile (fornendo false coordinate si avrebbe una cattiva ricezione).

L’aspetto in sé, sottolinea Der Spiegel, è più rilevante di quanto si pensi. Il mondo ha già conosciuto un terrorismo islamico, quello di Al-Queida, che – però – si basava sugli arcaici e lunghissimi monologhi di Bin Laden. Gli adepti di al-Baghdadi, invece, usano bene internet e, anzi, è proprio grazie alla rete che hanno conquistato il primato tra le organizzazioni terroristiche mediorientali: i video di stampo hollywoodiano con i quali si rivendicano gli attentati o si minaccia l’Occidente acquistano grande viralità proprio grazie all’internet satellitare dell’Isis e la propaganda islamica sui social network, es. Twitter, è cosa ben nota alle forze dell’ordine e alle intelligence di mezzo mondo.

L’Isis, quindi, accede a internet tramite i satelliti europei che, di certo, non possono essere spenti visto che servono diversi altri utenti in giro per il mondo. E, in questo, forse, sta la paradossale “genialità” della soluzione internettiana messa in campo dal Califfato del Male.

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