Non è ancora tempo di ritornare sui banchi di scuola, ma la polemica legata ai libri scolastici è già iniziata, dopo che i colossi della grande distribuzione, come Amazon, Coop, Auchan, Pam, Conad, hanno annunciato notevoli sconti sui libri scolastici per il prossimo anno.
In particolare, Amazon, il colosso dell’e-commerce, ha fiutato l’affare e si è tuttafa in un mercato da 650 milioni di euro l’anno, attivando la promozione “15 e lode”. Si tratta di un’operazione che permette alle famiglie di acquistare i libri scolastici adottati e consigliati nelle scuole italiane primarie e secondarie, attraverso il portale di e-commerce, con uno sconto del 15% sul prezzo di copertina, usufruendo inoltre della consegna a domicilio.
Un’opportunità unica in più per le famiglie che, in questo modo, risparmiano ed evitano estenuanti code e lunghi tempi di attesa.
Naturalmente non poteva mancare la replica dei librai classici, che hanno perso più di un terzo del loro giro d’affari, non potendo competere con la grande distribuzione. “Le librerie non possono concorrere con la grande distribuzione – si legge in un comunicato del Sindacato Italiano Librai – dal momento che oltre ad essere svantaggiate dalle note economie di scala, non possono neppure promuovere campagne analoghe, considerato che l’unico prodotto che mettono in vendita è il libro”.
Ma se quella dei supermercati è un’azione che talvolta può essere definita «borderline» («ma anche i librai possono adottare politiche di “fidelizzazione dei clienti, pur con messaggi meno aggressivi» – dicono all’Aie), quella del gigante di Seattle, per Alfieri Lorenzon, direttore dell’Associazione Italiana Editori, è l’operazione di un gigante dalle unghie spuntate: “Amazon non può offrire tutto il supporto, i consigli, l’offerta di testi usati di un libraio tradizionale”.
Intanto gli editori possono tirare un sospiro di sollievo per la battuta d’arresto inferta dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza all’evoluzione digitale della scuola. La Carrozza, in un incontro svoltosi settimana scorsa con gli editori, ha appoggiato la tesi che “la scuola non è ancora pronta a una rivoluzione di questo tipo, a causa della mancanza di infrastrutture adeguate a sostenerla”. Meglio “prendersi tempo per riesaminare a questione”, ha fatto sapere il ministro, lasciando intendere che il tutto potrebbe essere rinviato alla stagione scolastica 2015/2016, mentre l’ex ministro Francesco Profumo aveva fissato la data dell’ingresso obbligatorio dei libri scolastici digitali al settembre 2014.