La ricerca choc rivela: "Foto bimbi su FB vanno su siti porno"

Secondo una ricerca condotta dalla Children's eSafety Commissioner del governo Australiano, i siti di pedofilia prenderebbero più di metà delle loro foto dai social. E sono i genitori a pubblicarle

La ricerca choc rivela: "Foto bimbi su FB vanno su siti porno"

Quella della presenza o meno di immagini di minori online è una questione che va avanti da anni. Da un lato, c’è chi considera innocua la messa online sui social della foto dei loro bimbi: in fondo, si tratta di foto innocenti, che mai potrebbero essere sfruttate in alcun modo. Dall’altra parte, ci sono i genitori più attenti (‘paranoici’, verrebbero definiti da chi è ‘pro pubblicazione’) che preferiscono preservare da ogni tipo di rischio i propri figli, piuttosto di condividere le proprie gioie con gli amici sui social.

Di certo, la ricerca arrivata dalla Children’s eSafety Commissioner del governo Australiano, fornisce dei dati che fanno rabbrividire, e che dovrebbero far riflettere i genitori appartenenti alla prima categoria. La sentenza che arriva da quest’indagine è dura, ma deve far riflettere: le foto che i genitori postano sui social dei propri figli rappresentano circa la metà delle foto che si trovano sui siti di pedofilia.

Ovviamente, si tratta di casi in cui i bimbi vengono ritratti mentre compiono le loro attività quotidiane (ci mancherebbe che i genitori pubblichino foto ‘osè’ dei propri figli!), ma queste immagini vengono utilizzate proprio per attirare i pedofili, spesso accompagnandole con dei tag, delle categorizzazioni con didascalie sessuali esplicite.

Uno dei responsabili della ricerca, Alastair MacGibbon, afferma che “le famiglie, molto innocentemente, mantengono attivi blog nei quali catalogano ogni aspetto della vita dei loro figli, senza pensare a chi svolge attività ossessive per trafugare contenuti di questo tipo”. Il problema, manco a dirlo, è la scarsa conoscenza delle dinamiche della rete da parte dei genitori i quali, molto spesso in questi casi, sono dei ‘novizi’ del mondo di Internet, e non immaginano nemmeno quali possano essere le modalità attraverso le quali questi personaggi si procurano le foto per poi diffonderle, generando un traffico di milioni di visite in pochi giorni. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: ne vale davvero la pena?

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