Il 16 Settembre 2015 è stata una giornata di grandi novità in quel di Menlo Park. Mark Zuckerberg, CEO di Facebook ha appena inaugurato il nuovo quartier generale del suo staff. Niente stanze chiuse ma un immenso open space con tante scrivanie tutte uguali… compresa la sua.
Non solo questo però. In una sessione di Domande & Risposte, Zuckerberg ha risposto a chi gli chiedeva di implementare nuove modalità interattive sul celebre social network azzurro. Nello specifico alcuni utenti chiedevano l’ingresso delle voce “mi interessa” e, ovviamente del pluri-acclamato “non mi spiace”.
Ebbene, dopo una breve attesa – tanto per creare suspance Zuckerberg ha dichiarato che Facebook – in questo momento – sta proprio testando la funzionalità “dislike” (non mi spiace) anche se non è ben chiaro se e quando verrà estesa a tutti. Soprattutto non è ancora chiaro SE verrà introdotta alla fine del periodo di prova interno.
Zuckerberg ha ricordato di esser stato contrario, in passato, ad una tale funzionalità per una serie di motivi. Innanzitutto non voleva che si esprimessero emozioni negative (specie nei post sponsorizzati, contro i marchi…), e poi il fondatore di Facebook era anche consapevole che una funzionalità simile avrebbe provocato diversi flame (o scontri verbali) e, quindi, avrebbe reso le conversazioni più caotiche ed astiose (il paradiso dei troll e degli haters). Come se non bastasse, un’altra delle ragioni citate per un iniziale diniego al “dislike” era che Facebook sarebbe diventata una sorta di Reddit o YouTube dove è possibile votare a favore o contro una cosa: invece, il social azzurro, è stato sottolineato durante la discussione, dovrebbe diventare ben altro.
Spiegate le ragioni dell’iniziale “niet”, Zuckerberg ha esposto – infine – le motivazioni di questo ripensamento dicendo che il “mi piace” è limitativo quando vengono pubblicati post tristi o inerenti tragedie umane (es. quella dei profughi). In tal caso un “mi piace” sarebbe quanto mai inopportuno. Per tali motivi, e quindi per generare una maggiore empatia, sarebbe pronto a fare il suo ingresso – prima nel panorama americano – anche la funzionalità destinata ad esprimere dissenso.
Resterà una funzionalità governabile e positiva? Come sempre lo strumento, in sé, è neutro: tutto starà a vedere l’uso che ne faranno gli utenti…