Nel mondo della scienza e della tecnologia, capita spesso che menti geniali che hanno dato un importante apporto al progresso dell’umanità vengano relegate all’anonimato, senza aver goduto di alcun riconoscimento, nessuna medaglia o premio. Massimo Marchiori è uno di loro. Molto probabilmente, il suo nome sarà sconosciuto ai più, eppure è possibile che alcuni di quelli che stanno leggendo questo articolo siano arrivati a questa pagina proprio grazie a lui.
Ebbene sì, perché Marchiori è il matematico che ha ideato il famoso algoritmo di Google, il segreto che ha fatto sì che la compagnia diventasse una delle aziende più potenti del mondo: un algoritmo di ricerca diventato il motore di posizionamento più efficace di tutta la rete Internet.
Nel 1997, quando era ancora uno studente, Marchiori partecipò ad una conferenza internazionale a Santa Clara, California, e, dopo aver presentato la sua idea, la spiegò nel dettaglio ad un certo Larry Page e al suo collega Sergey Brin, i quali – di ritorno a Stanford – ottennero un finanziamento con il quale svilupparono l’idea di Marchiori. E un anno dopo, nacque Google.
In un’epoca in cui tutti i giovani che si affacciano al mondo della tecnologia sognano di diventare dei guru di Internet, Marchiori ha scelto di non stare sotto le luci della ribalta, e di continuare a dedicarsi alla ricerca. E, ancora oggi, non si pente della sua scelta: “Guadagnare soldi per conto di una determinata azienda e accrescere il mio conto bancario non è ciò che voglio fare nella vita”, ha dichiarato il padre dell’HyperSearch in una recente intervista.
Marchiori insegna all’Università di Padova, e sostiene che il suo obiettivo è sempre stato quello di migliorare la vita delle persone. Assicura di non provare invidia nei confronti dei fondatori di Google, anche perché ciò di cui lui ha bisogno è solo “un posto dove dormire e tempo per pensare”. Tempo che gli permette di osservare i progressi di Internet, con Google in pole position e, che lo port ad affermare, con la distanza analitica tipica dei veri scienziati, che è arrivato il momento di cambiare il modo con cui relazionarsi alla rete: “fino ad ora, i motori di ricerca sono come l’oracolo di Delfi: digiti la parola chiave, e aspetti il risultato”.
Infatti, il matematico sta ora lavorando ad un tipo di motore di ricerca più dialogante, che abbia anche una dimensione sociale, e nel quale l’intelligenza artificiale che c’è dietro ci permetta di relazionarci con Internet in maniera più naturale. Il suo obiettivo è, in definitiva, fare della tecnologica uno spazio più umano.