Il bullismo oggi, tra carenze educative e social network

Nell'era di internet e dei social network, la responsabilità delle famiglie contro il fenomeno del cyberbullismo è determinante per arginare questo fenomeno malsano che sta prendendo sempre più piede nella nostra quotidianità.

Il bullismo oggi, tra carenze educative e social network

La cronaca, ogni giorno, riporta alla ribalda episodi di bullismo non soltanto nei confronti di coetanei ma anche contro educatori, maestri e professionisti in generale. Sono tante le domande che ci si pone su come combattere questo fenomeno in costante crescita e quale ruolo la famiglia e la scuola ricoprono in tale contesto.

Questa è sicuramente l’epoca della crisi delle istituzioni educative, dalla famiglia alla scuola. Si leggono spesso episodi di bullismo da parte dei genitori nei confronti degli insegnanti dei figli, ad esempio. Costoro sono il primo cattivo esempio per futuri bulli. Da un’indagine effettuata da Amnesty International-Doxa, secondo quasi la metà degli intervistati (45%), la causa regina per l’aumento dei casi di bullismo è da rinvenire nella “grande cassa di risonanza fornita dai social media“.

Mentre il 26% degli intervistati sostiene che la crescita sia dovuta al costante “clima di incitamento all’odio e alla discriminazione presente sui media“. Infine, per un italiano su quattro, il fenomeno del bullismo è sempre esistito anche nel passato. La differenza è che oggi le denunce sono più frequenti mentre prima, magari per vergogna, si faceva cadere tutto nel dimenticatoio.

Per gli oltre 2500 studenti interpellati, la scuola è il luogo dove il bullismo trova il suo terreno fertile e il 90% di loro ha assistito almeno una volta ad atti di bullismo. L’origine del bullismo affonda le sue radici anche nell’ambiente familiare. Spesso i genitori accontentano i figli in tutto, pensando di fare loro del bene e non ponendo limiti alle loro richieste. 

Questo genera l’incapacità dei giovani di gestire normali relazioni interpersonali con i coetanei. Ulteriore aggravante l’uso improprio di smartphone e social network. Bisogna però capire bene quando ci si trova dinanzi ad un fenomeno di bullismo vero e proprio piuttosto che con normali episodi di disturbo tra coetanei.

 Il vero bullismo prevede che la vittima sia oggetto di “violenza intenzionale, fisica o verbale, sadica, da parte di un compagno“. Prepotenza intenzionale e orientata a creare un dannocontinuativa nel tempo verso una stessa vittima, la quale deve essere palesemente inferiore di forze rispetto al bullo e incapace di difendersi.

Anche il fenomeno del cyberbullismo si può fermare attraverso un controllo sull’uso di smartphone e tablet. Educare i giovani, dando limiti e regole. Controllare i telefonini dei figli fino a 15 anni, impedirne l’uso di notte, regolare l’uso diurno. Inoltre, fino a 13 anni non bisognerebbe usare gli smartphone: i bambini sono troppo immaturi per usarli in modo corretto.

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