Sempre più spesso, la psicologia si sta occupando degli effetti che la tecnologia ha sui rapporti umani. È veramente possibile far nascere un amore o un’amicizia via internet?
Turkle, uno psicologo sociale presso il Massachusetts Institute of Technology, ha scritto il libro “Alone Together” basandosi su una ricerca fatta per 15 anni basata sull’osservazione dei bambini e delle interazioni degli adulti con la tecnologia. La sua opinione è che stiamo perdendo il significato della voce umana.
Lo psicologo Beth Doll spiega che gli adolescenti che non riescono ad instaurare amicizie nell’età adulta spesso sono disoccupati, risultano aggressivi e a volte sviluppano problemi a livello mentale. Ritiene quindi che l’ausilio del social network, ad esempio, potrebbe essere utile per aprire un dialogo, anche se con degli sconosciuti. Il non doversi confrontare realmente con gli altri ma dietro una tastiera rafforza il proprio carattere e la propria autostima.
Questo lato positivo deve fare i conti però con gli altri studiosi che criticano proprio il non doversi confrontare realmente con l’interlocutore che c’è dall’altra parte. Chi c’è veramente dall’altra parte? Se fosse una persona pericolosa?
È anche vero però che internet, i social per la precisione, rende possibili e più semplici le amicizie a distanza. Su Facebook sono presenti tanti gruppi di persone “a tema”; i componenti possono essere due come migliaia. Ci si confronta del più e del meno, ci si racconta per poi scoprire che quella persona che ti da tanta importanza, ti legge ogni giorno, abita a pochi chilometri da casa tua. E allora perché no? Perché non conoscerla? Perché non sentire la sua voce e ringraziarla della sua presenza, quando magari le persone reali che hai accanto non ti hanno neanche sentito mentre chiedevi aiuto?
Ovviamente tutto questo va fatto con le dovute precauzioni e, se si tratta di giovani ragazzi e ragazze, è sempre meglio che vengano accompagnati da qualcun altro.