Grazie ad un app Twitter based le intossicazioni alimentari vanno KO

Da oggi, grazie all'applicazione "Nemesis" realizzata dall'Università di Rochester e basata sui geotag di Twitter, sarà possibile circoscrivere l'epicentro di un'intossicazione alimentare, far partire controlli mirati ed evitare molti ricoveri e mal di pancia!

Grazie ad un app Twitter based le intossicazioni alimentari vanno KO

Chi ha visto almeno una puntata del reality “Hell’s Kitchen – Cucine da incubo”, presentato dal noto chef Gordon Ramsay, avrà notato che in molte cucine – non solo statunitensi – il cibo non viene conservato secondo modalità propriamente igieniche. In alcuni casi vi è una situazione igienico-sanitaria tale da far gridare allo scandalo, mentre – quando va peggio – scattano veri e propri avvelenamenti alimentari per gli avventori!

Da oggi, grazie ad un’applicazione basata su Twitter, sarà possibile limitare l’epicentro degli avvelenamenti alimentari evitando così tanti mal di pancia e ricoveri vari. 

L’applicazione in questione, nota come “Nemesis” e sviluppata dai ricercatori dell’università statunitense di Rochester, analizza – con un particolare algoritmo – tutti i tweet contenenti espressioni come “ho mal di pancia”, “sento la nausea”, “cosa diamine c’era in quel piatto” etc e, nel caso rientrino in un particolare range geografico (riscontrato col geotagging), connota lo scatenarsi di un’epidemia di avvelenamento alimentare. Da qui, poi, è possibile far partire dei controlli sì a tappeto ma certo più mirati di come avviene solitamente. 

Nei primi test condotti in partnership col dipartimento della Sanità di Las Vegas si sono eseguiti dei controlli, in alcuni ristoranti, proprio utilizzando Nemesis. Laddove il controllo avveniva random, causalmente (come di solito si fa), il 9% dei locali veniva beccato con qualche infrazione o violazione sanitaria. Nel 16% dei casi in cui i controlli, invece, si facevano grazie alle segnalazioni di Nemesis, il locale presentava delle irregolarità igienico-sanitarie degne di nota.

Passando dalle sterili percentuali a numeri più pregni di significato, si può dire – in base ai dati presentati dall’Università di Rochester alla 30° conferenza dell’Association for the Advancement of Artificial Intelligence a Phoenix (Arizona) – che grazie a Nemesis si sono evitati 9000 casi di intossicazione alimentari e ci sono stati 557 ricoveri in meno per avvelenamento da cibo mal conservato o avariato. Decisamente non poco come risultato di una “banale intelligenza artificiale”, vero?

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