Non era mai successo prima: la magistratura tedesca sta indagando sui vertici statunitensi di Facebook, tra i quali figura anche il fondatore e CEO Mark Zuckerberg.
La notizia è stata diffusa dal sito del settimanale tedesco “Der Spiegel“.
L’indagine è condotta dalla Procura di Monaco, ed è stata avviata “per la mancata rimozione di contenuti criminali come minacce e negazioni del genocidio ebraico“
Appena ricevuto la notizia, un portavoce del noto social network ha dichiarato: “Non commentiamo lo stato di una possibile inchiesta, ma possiamo dire che le accuse sono prive di valore e che non vi è stata alcuna violazione della legge tedesca da parte di Facebook o dei suoi dipendenti. Non c’è posto per l’odio su Facebook. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri partner per combattere l’hate speech e promuovere il counter speech”.
Un avvocato di Wuerzburg – Chan-jo Jun – ha denunciato il social network, dicendo che, nonostante le varie segnalazioni, quest’ultimo non ha provveduto ad oscurare post con chiari riferimenti a “istigazioni all’omicidio, minacce di violenza, negazioni dell’olocausto, e altri crimini”.
Lo stesso sito fa sapere che una vicenda analoga si era verificata all’inizio dell’anno: infatti, una denuncia fu presentata al tribunale di Amburgo ma, a causa dell’incompetenza territoriale, il caso fu archiviato.
Nel frattempo, è bene precisare che, in Italia, è stata accolta in parte – dal tribunale di Napoli – la denuncia presentata dalla mamma di Tiziana Cantone (la ragazza che si è suicidata lo scorso 13 settembre a causa della diffusione sul web, a sua insaputa, di video hard che la riguardavano).
Secondo la mamma della vittima, “Facebook doveva togliere i video della ragazza”.
Il tribunale di Napoli ha sentenziato che Facebook sarebbe dovuto intervenire immediatamente eliminando – o oscurando – i video hard della ragazza.
Il social network, dopo aver ricevuto la notifica, tramite un comunicato stampa, ha fatto sapere che accetta la decisione del tribunale.