Gli errori dei Nativi Digitali con password e comportamenti online

Due ricerche, evidenziano il pessimo stato di igiene digitale delle generazioni più avvezze a maneggiarle. Come se il semplice usarle li preservasse da possibili problemi e ricadute. Vediamo gli errori più diffusi in fatto di password e comportamenti digitali

Gli errori dei Nativi Digitali con password e comportamenti online

Avere a che fare con le tecnologie, i media e la comunicazione non prepara le nuove generazioni ad usarle meglio di chi ci ha preceduto. Secondo alcune ricerche condotte da Norton e Kaspersky sembrerebbe che i luoghi comuni, almeno in fatto di sicurezza e riservatezza informatica, siano assai prossimi ad essere sfatati: quasi tutti gli intervistati coinvolti negli studi in questione avrebbero paura dei pericoli che si corrono in rete ma cambierebbero le mutande più delle password e si farebbero meno problemi a mostrar le prime che le seconde.

Nello specifico, la ricerca “Norton Cybersecurity Insights Report” condotta dalla Symantec (realizzatrice dell’antivirus Norton) su 17 mila intervistati ha stabilito che l’81% dei soggetti testati ha paura di subire dei cyberattacchi. Meglio ancora, circa della metà delle persone coinvolte ritiene più probabile il furto di informazioni sensibili (carta di credito al 50%, carta d’identità al 49%) in seguito ad un acquisto online che quello del portafogli ad opera di borseggiatori fisici.

Solo il 13% delle 17 mila persone intervista, poi, è sicuro di avere il totale controllo sulla propria presenza online. Ciò potrebbe far pensare che le persone sappiano o voglia curare la propria sicurezza digitale: no! Gli italiani, nello specifico, ritengono addirittura corretto il proprio comportamento in rete e addirittura il 15% di essi pensa che la sicurezza in rete non sia una questione di propria competenza.

Per usare le parole di Antonio Forzieri, Security Expert di Symantec, è come se le persone pensassero alle tecnologie digitali, anche e soprattutto dell’online, come a un giubbotto antiproiettile sufficiente e bastevole a se stesso. Lo scenario, comunque, non migliora certo con la generazione “Millennial” dei Nativi Digitali: il 19% afferma di aver condiviso la password e di usarne una poco complessa. In compenso, questo sì, sanno cambiare la password del loro Wi-Fi.

Non meno interessante è la ricerca di Kaspersky Lab, la software house russa di sicurezza, che – in tandem con l’Institut Français D’opinion Publique – verificato su 1000 persone di 7 Paesi (tra i quali Italia, Spagna, Francia, Germania e UK) le abitudini in fatto di “igiene” digitale. 

In questo caso, sempre in merito al rapporto tra responsabilità e sicurezza online, è emerso come il 44% delle persone intervistate abbia ammesso di aver condiviso la propria password con amici, familiari e conoscenti mentre solo il 26% aveva condiviso le proprie mutande. Sempre con questo simpatico termine di paragone in mente, si è ricavato come il 71%, dovendo scegliere cosa condividere tra password e mutande, avrebbe optato per le password che i più cambiano appena un paio di volte l’anno mentre le mutande verrebbero cambiate tutti i giorni.

La conclusione cui Kaspersky ha voluto portare la nostra attenzione è chiara. Non dico che bisogna cambiare le password quanto le mutande ma un po’ più frequentemente di ora sì. Inoltre le password non dovrebbero essere comuni né mostrate in pubblico o in privato: il condividerle, poi, per una questione di fiducia, è pericolosissimo!

Stando così le cose, siete ancora del parere che i nativi digitali siano più pratici di tecnologie digitali o che la gente abbia la consapevolezza di quanto sia importante preservare le proprie informazioni sensibili online? Direi proprio di no!

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