Fundraising: raccogliere fondi grazie a Facebook

Il team Social Good di Facebook sta portando a termine il progetto che rende ciascun utente un filantropo, raccogliendo fondi per scopi non di lucro, atti a promuovere qualcosa di buono e utile al bene comune.

Fundraising: raccogliere fondi grazie a Facebook

L’idea del fundraising affonda le sue radici nella sensibilità umana che tende alla solidarietà verso chi ha meno e a far circolare un bene in modo che tutta la società cresca e migliori.

In questi giorni, grazie a una funzione su Facebook, tutti potranno promuovere una inziativa che non abbaia scopo di lucro, ossia il cui profitto non venga diviso tra i soci, ma vada a migliorare la vita della società. Questa possibilità offerta dal team di Facebook promuove la responsabilità sociale di ciascuno.

Le organizzazioni no profit certificate erano già abilitate alla raccolta di fondi a partire dalla propria pagina Facebook, ora, anche i singoli utenti simpatizzanti potranno promuovere personalmente le stesse iniziative coinvolgendo tutti gli amici della propria piazza virtuale. Il giro di clik, in questo modo, s’allarga diventando una vera e propria campagna di beneficenza su piattaforma virtuale e globale.

Così se prima si poteva dire ai propri amici: “Mi piace, dillo anche tu” per portare a conoscenza di una iniziativa di carità o filantropica ora il sostegno sarà più diretto e sicuramente più coinvolgente.

Ma chi, meglio, cosa c’è dietro a tutti questi messaggi? C’è semplicemente – si fa per dire – una funzione d’intelligenza artificiale: la chat Messenger, un’applicazione che conta 11mila chatbot, ossia utenti virtuali che rispondono in modo intelligente agli utenti reali.

Questa è una delle ultime novità annunciate dal responsabile di Messenger, David Marcus. Già da tre mesi l’applicazione chatbot è attiva allo scopo di rendere fluide le conversazioni e le richieste di aiuto tra le aziende e i singoli utenti.

Il 28 giugno, data dell’attentato a Istanbul, è stata avviata dallo stesso gruppo la funzione Safety Check con la quale le persone presenti a un disastro naturale o a un attentato possono far sapere a parenti, amici e conoscenti che stanno bene. Una funzione utilissima e rasserenante, ma penso anche al vuoto e al silenzio che lascia l’altra faccia della medaglia, quando la persona presente al disastro o all’attentato non si fa viva.

L’automazione non è fantascinza. Esiste già.

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