E’ successo ancora una volta, ancora disagi per gli utenti Fastweb che Lunedì sera intorno alle 18:00 hanno dovuto spegnere i propri pc a causa di un problema del colosso della fibra ottica italiana che ha di fatto impedito la navigazione internet ed ogni tipo di comunicazione dati ai propri clienti.
Immediata la reazione del popolo cibernetico che si è scatenato sui social ed in particolare su twitter con l’Hashtag #FastwebDown, con riferimento alle lunghe 4 ore di blocco della linea dati. Caos in rete e forti lamentele che hanno fatto anche intervenire il Movimento Difesa del Cittadino che ha avanzato delle richieste di maggiori chiarimenti su tale disservizio che ha avuto un impatto molto forte, soprattutto per coloro che utilizzano la connessione internet per lavoro.
Lo stesso movimento ha anche aperto un gruppo sul social network blu dal nome #FastwebDown. Segnala il disservizio! in modo tale da raccogliere le varie segnalazioni e reclami dei cittadini che sono stati coinvolti da questo lungo periodo di fermo e valutare possibili azioni di risarcimento collettivo.
Secondo le ultime voci, pare che il danno abbia avuto origine nella sede lombarda dell’operatore telefonico e abbia interessato in particolare l’accesso alla FastMail, alla MyFastPage, al sito Fastweb.it nonché le chiamate ai vari servizi di customer care.
A tal proposito il Movimento Difesa del Cittadino si è espresso con le seguenti parole “Non riteniamo sufficienti gli avvisi su twitter dati da Fastweb ai propri clienti per giustificare i propri disservizi e monitorare la situazione. Considerando che molti cittadini, non essendo iscritti al social, sono rimasti senza informazioni e che in ogni caso lo stesso hashtag virale #FastwebDown diffusosi in pochissimo tempo rivela il disagio degli utenti, l’azienda pensi piuttosto a risarcire, anche con un bonus sulla prossima bolletta, quanti a causa dei guasti hanno subito dei danni e non hanno potuto usufruire del servizio pagato”.
Ora il disservizio è rientrato e Fastweb dovrà fare i conti con gli utenti, anche se alcune giustificazioni sono già state date ufficialmente dall’azienda che non imputa la causa ad una cattiva gestione ma ad un aggiornamento non prevedibile. Bisogna, dunque, verificare se tali condizioni siano suscettibili di rimborso oppure lecitamente previste dalla carta dei servizi.