Il prestigioso New York Times ha appena rilanciato un’indiscrezione interessante sui prossimi piani del social blu di Mark Zuckerberg. Secondo la testata in questione, sembra che tra un paio di mesi – dopo un periodo di test durato un anno – verrà lanciata anche la versione “business” di Facebook col nome di “Facebook at Work”. Vediamo di conoscerla meglio.
Facebook at Work condividerà, così dichiara Julien Codorniou, responsabile per le partnership delle piattaforme globali Facebook, il 95% di quello che è, attualmente, presente nel social blu così come tutti lo conosciamo. Quindi vi sarà il newsfeed per lo scrolling delle notizie, la possibilità di mettere i like agli aggiornamenti di stato e la funzione di chat interna.
Qualcosa cambierà, però. In particolare i profili saranno diversi da quelli presenti nella versione consumer e, in più, vi saranno ovviamente delle funzionalità aggiuntive in tema di sicurezza. L’accesso sarà gratuito per le aziende le quali, però, dovranno corrispondere un abbonamento costituito da una “manciata di dollari al mese” per poter sfruttare i tool di analisi e supporto della clientela.
Attualmente Facebook at Work è ancora in fase di test e vede la partecipazione di grandi realtà come Heineken e Royal Bank of Scotland alle quali si andrà, prossimamente ad aggiungere anche Club Mediterranè: per ora è necessario disporre di un invito per testare questo nuovo network professionale. A esperimento concluso, tutte le aziende potranno accedervi liberamente.
Secondo l’ente studi “Idc”, il settore della ricerca online di lavoro rappresenta una torta appetitosa da 6 miliardi di dollari annui e gran parte di essa è appannaggio, attualmente, di Linkedin e del recruiter Monster WorldWide: è verisimile, quindi, che anche il social di Mark Zuckerberg voglia partecipare a questo “banchetto” che, si spera, vedrà festosi anche coloro che il lavoro lo cercano.
Facebook entra in competizione con Linkedin e Monster attraverso “at Work”: sarà successo o il classico passo più lungo della gamba? A Re Mida Zuckerberg difficilmente capita di non tramutare in oro ciò che tocca…