Donald Trump sarà sospeso per due anni da Facebook. Ad annunciare la decisione sulle sorti virtuali dell’ex Presidente degli Stati Uniti è stato il colosso dei social network, che ha confermato il bando di Trump fino al gennaio del 2023, aggiungendo che potrà tornare in tempo per le elezioni del 2024 se la smetterà di compiere “violazioni”.
È stato Mark Zuckerberg a scegliere per Trump, come durata, il “massimo della pena” previsto da Facebook, dopo che il consiglio di supervisione del social (Oversight board) aveva criticato la sospensione a tempo indefinito dell’account dopo le rivolte in Campidoglio. La compagnia ha rilasciato un comunicato dettagliato in cui spiega le ragioni per il proseguimento della sospensione, riconoscendo che il bando a tempo indeterminato lasciava l’ex Presidente in un limbo.
Trump fu sospeso da Facebook ed Instagram lo scorso gennaio, dopo che per mesi aveva mentito chiamando le elezioni “truccate”, arrivando ad incitare una folla di violenti sostenitori che hanno fatto irruzione in Campidoglio, devastando uno degli edifici simbolo della politica americana per distruggere i voti che avevano dimostrato la vittoria di Joe Biden alle elezioni di Novembre. Trump e la figlia Ivanka li avevano definiti sui social “patrioti americani“, mentre i rivoltosi vandalizzavano gli uffici, rubavano computer e distruggevano documenti.
Il nuovo comunicato conferma che la sospensione di Trump potrà però diventare definitiva nel caso in cui Trump violi nuovamente le regole di Facebook in futuro. Dura la reazione di Trump, che ha inviato un comunicato via email dove continua a definire “truccate” le elezioni che lo hanno visto sconfitto.
“Il verdetto di Facebook è un insulto al numero record di 75 milioni di persone, più molti altri, che hanno votato per noi nelle Elezioni Presidenziali Truccate del 2020. Non dovrebbe essere loro concesso di poter censurare e silenziare, e alla fine vinceremo. Il nostro Paese non può più sopportare questo abuso“. Le teorie cospiratorie di Trump sulle elezioni truccate non hanno trovato alcun riscontro nelle indagini, e i Repubblicani non hanno saputo portare in tribunale alcuna prova che sostenesse questa teoria che Trump continua a sbandierare ai suoi sostenitori.