Facebook: passo indietro nella condivisione dei dati con Whatsapp

Dopo le pressioni da parte di tutti i garanti europei per la protezione della privacy, Facebook ha deciso di fare un passo indietro non condividendo i dati degli utenti con Whatsapp.

Facebook: passo indietro nella condivisione dei dati con Whatsapp

Chi utilizza Whatsapp, sicuramente ricorderà che, un po’ di tempo fa, ha ricevuto un messaggio nel quale veniva richiesta l’autorizzazione per la condivisione dei dati personali fra lo stesso Whatsapp e Facebook: in questo modo, i dettagli personali ed i numeri di telefono sarebbero stati usati per inserzioni pubblicitarie con lo scopo finale di migliorare Facebook, ricevendo pubblicità mirata e non invasiva.

Ogni utente aveva un massimo di 30 giorni per decidere se accettare o meno e, se non lo avesse fatto – accettando – entro questo limite massimo, non avrebbe avuto più l’opportunità di accedere al servizio di messaggistica istantanea.

Il cambio delle politiche sulla privacy ha suscitato non poche polemiche in tutto il continente Europeo – Italia compresa – anche perché, più che una richiesta di accettazione, era un obbligo ad accettare (pena il non utilizzo del servizio).

Tutte le autorità europee per la tutela della privacy hanno provveduto a scrivere, immediatamente, una lettera aperta al social network di Mark Zuckerberg, chiedendo la sospensione della condivisione dei dati fino a chiarimenti sulla legalità di tale operazione.

Anche in Italia, tramite il garante della privacy prima e, tramite l’Antitrust dopo, sono stati avviati accertamenti sulla pratica della condivisione dei dati tra Facebook e WhatsApp. 

Dopo tante pressioni, in un’intervista rilasciata al Financial Times, viene confermato che Facebook ha deciso di cedere alle richieste delle autorità del Vecchio Continente, perciò viene confermata la “sospensione della condivisione dei dati degli utenti con WhatsApp per motivi pubblicitari in Europa”.

Il primo paese a “beneficiare” di tale ripensamento è stato la Gran Bretagna e, in seguito, toccherà a tutti gli altri Paesi che si sono opposti.

Facebook conclude l’intervista confermando che, comunque, i due servizi continueranno a condividere – come hanno sempre fatto – i dati di back-end degli utenti, per ovvi motivi amministrativi (tra i quali, cercare di ridurre, nei limiti del possibile, lo spam).

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