Facebook: novità su disinformazione, inedite funzioni, polemiche tracciamento

Nel mentre si affaccia all'orizzonte una nuova polemica sulla privacy, Facebook, impegnata nel rilasciare e testare nuove funzioni, ha attivato una nuova strategia contro la disinformazione, ed adeguato le policy in tema di notizie sul coronavirus.

Facebook: novità su disinformazione, inedite funzioni, polemiche tracciamento

Il celebre social network Facebook non riposa mai, nemmeno ad avvio di week-end, come confermato dall’emergere – nelle scorse ore – di diverse novità che lo riguardano, comunicate in modo ufficiale, o semplicemente scoperte dal mondo dei leakers. 

Sul piano della lotta alla disinformazione, l’account ufficiale twitteriano di Facebook ha reso note alcune iniziative decise da Menlo Park: si parte con il nascondimento progressivo, dalle bacheche degli amici, dei post (non di alcuni, ma di tutti) redatti da quegli utenti che, secondo gli algoritmi, pubblicano regolarmente fake news. Nell’eventualità l’utente sanzionato prosegua nella sua condotta di violazione delle guidelines della piattaforma, non ci sarà comunque una sanzione irreversibile, come la cancellazione dell’account, ma una probabile sospensione temporanea dello stesso. 

Nel caso di Pagine che abbiano pubblicato assiduamente bufale, sia nella social app che nella sua iterazione per desktop, il sistema applicherà il tag di un banner, cliccando sul quale gli utenti potranno saperne di più: in relazione agli articoli-bufala più popolari, un report di smentita spiegherà agli utenti, con dovizia di documenti, prove, e numeri a supporto, il perché siano ritenute falsità. 

Di recente, Facebook ha lanciato, in India, il mini-sito fightcovidmisinfo.com/india col quale fornisce alla popolazione diversi consigli per combattere la disinformazione che circola sul virus Covid-19, tra cui ricavare il contesto completo da fonti attendibili, il prendersi una pausa prima di condividere, il diffondere fatti e non voci, l’informare gli altri se stanno condividendo bufale o imprecisioni, il conoscere un fatto dall’intera storia e non solo dal titolo, ed il cercare sempre fonti attendibili.

Ancora a proposito dell’attuale emergenza sanitaria, dopo che il presidente USA Biden ha promosso un’indagine sulle origini del virus, visto che 3 epidemiologi Wuhan Institute of Virology sarebbero stati ricoverati a Novembre per sintomi da coronavirus, il social ha deciso, rispetto a Twitter che non ha ancora preso posizione in merito, che non rimuoverà più, al contrario di quanto deciso a Febbraio, i post che ragionano sulla possibile origine in laboratorio di questo virus. 

Dai leaker di Testing Catalog, invece, giungono novità più “funzionali” sul conto di Facebook. In particolare, come confermato da un messaggio nella relativa pagina principale, attraverso l’app Facebook Business Suite è possibile impostare delle risposte automatiche, da un’unica posizione, nel contempo sia per Instagram che per Messenger (fresco del record di 5 miliardi di download sul Play Store di Android).

Analizzando la versione 321.0.0.0.18 alpha di Facebook per Android, è emersa invece una nuova schermata di accesso, nella quale compare il supporto per creare un nuovo account: nel caso si sia collegato il proprio account con quello di Instagram, sarà anche possibile loggarsi al primo con le credenziali del secondo (e viceversa). Sempre in tema di test, Facebook ha deciso di aiutare gli amministratori di gruppi mettendo loro a disposizione degli “Admin Assist“: si tratta di routine, applicabili agli account falsi o ai post spammatori, che – attivate da determinati criteri – permetteranno automaticamente di rimuovere, rifiutare, o disattivare i commenti.

Dopo le novità funzionali, infine, una piccola polemica. Secondo il portale HotHardware, nonostante il varo delle misure anti tracciamento di iOS 14.5, Facebook sarebbe comunque in grado di pedinare gli utenti: ciò avverrebbe attraverso i metadati delle foto (che possono esser cancellati via app ad hoc o impediti disattivando la geolocalizzazione sullo smartphone), o quando un utente tagga un suo amico, in un’immagine, con un tag di posizione (in tal caso è comunque possibile impedire agli altri d’esser taggati senza autorizzazione). 

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