La nuova offerta che Facebook sta facendo agli editori per portare i contenuti giornalistici all’interno dei propri spazi è abbastanza allettante. Se da una parte lascia i proventi generati agli editori dall’altra parte ne trae vantaggio perché questa sorta di alleanza contribuisce a rafforzare il suo “giornale”.
La mossa di Facebook è radicale e diversa da quella che Google ha mosso nel tentativo di stringere accordi con altre piattaforme. Mentre, infatti, Google ha proposto agli editori di crescere insieme ma in spazi separati, Facebook ha invece intenzione di integrare tutto in un unico sistema. La nuova strategia inizia proprio questo mese, quando il social ospiterà notizie e video di BuzzFeed, New York Times, National Geographics e altri editori. L’obiettivo è quello di creare una sorta di centro informativo unico, dove i i giornali gestiranno il proprio spazio.
L’obiettivo finale è quello di offrire all’utente una ricerca più facile con la piattaforma di Facebook, e l’editore metterà negli spazi del social tutta la pubblicità che riuscirà a vendere sulle proprie notizie. Il 30 per cento dei ricavi andrà al social mentre gli editori guadagnerebbero due volte: il 100 per cento dalla pubblicità e il 70 per cento dei proventi provenienti da Facebook.
Per la prima volta una piattaforma online rinuncia allo sfruttamento commerciale ed è una cosa piuttosto singolare visto che sembra proprio che gli spazi utilizzati dagli editori siano a titolo gratuito, senza speculazioni e raggiri. A prima vista sembra dunque che non ci sia vantaggio economico, almeno per il breve termine. E il patto può anche rivelare una rinuncia del totale controllo da parte dell’editore sul lettore e limitare anche la crescita verso altre opportunità. I giganti del web fanno a gara per accaparrarsi gli accordi con gli editori, e ognuno a proprio modo tenta di coinvolgere più parti per rimanere in cima.
E anche se ognuno ha il proprio modo di intendere il web, uno più decentrato e l’altro più integrato sulla stessa piattaforma, riusciranno a coinvolgere sicuramente nuove parti che hanno interesse a stringere accordi sia per dare agli utenti un servizio migliore sia per interessi economici.