Il noto social network Facebook ha recentemente aggiornato la sua policy per la rimozione dei contenuti pubblicati sul social, per spiegare in modo più chiaro ai suoi numerosissimi utenti cosa è vietato postare sul social network.
Si tratta di un testo ben tre volte più lungo di quello precedente e, secondo Monika Bicket, responsabile dei contenuti della policy di Facebook, dovrebbe servire a risolvere qualsiasi dubbio degli utenti del social che segnalano un contenuto perché da loro ritenuto irregolare ma che poi non viene rimosso da Facebook.
All’interno del nuovo testo, che aggiunge più sezioni rispetto al precedente ma che per il momento non è ancora disponibile sulla versione italiana di Facebook, è presente anche un’intera sezione riguardante le organizzazioni terroristiche, un’altra riguardante il bullismo, una sulla criminalità, e infine una, davvero molto dettagliata, sulle immagini di nudi che possono essere o non essere pubblicate.
Sempre Monika Bicket, ai microfoni della Bbc, spiega che il fatto che questa guida sia stata riscritta aiuta, oltre che ad eliminare ogni eventuale confusione sulle ragioni che portano il noto social network a rigettare eventuali richieste di rimozione da parte degli utenti, anche a chiarire quale sia la posizione della nota piattaforma nei confronti del terrorismo: “Ora è più chiaro che non solo non tolleriamo organizzazioni terroristiche e i loro membri all’interno della nostra community, ma anche che non permettiamo sostegno o lode ai gruppi terroristici e alle loro azioni”.
Vediamo, dunque, ciò che è vietato postare su Facebook: le minacce dirette; la promozione dell’autolesionismo e del suicidio; il mettersi d’accordo riguardo l’uso ricreativo di droghe; la promozione dell’odio verso una certa categoria di persone sulla base del colore della pelle, dell’etnia, del sesso, dell’identità di genere, dell’orientamento sessuale, della nazionalità, della religione, della disabilità o di una malattia; il sostegno per le attività criminali e violente di alcuni gruppi; il bullismo e le molestie; le minacce credibili e i messaggi di odio diretti ai personaggi pubblici; festeggiare qualsiasi crimine un utente possa aver commesso.
Ed ancora, la promozione della violenza sessuale e dello sfruttamento; le offerte di prestazioni sessuali; la vendita, l’acquisto o lo scambio di farmaci e marijuana; e, per finire, le fotografie di persone che mostrano genitali, natiche e seno (fatta eccezione per le mamme che allattano e per le donne che mostrano le cicatrici seguite a una mastectomia).