Continua tra alti e bassi la coda settimanale di Facebook che, nelle scorse ore, persa una figura importante del suo organigramma, ha comunicato un’importante decisione in merito alle criptovalute e l’arrivo anche in Italia della funzione Facebook Protect.
Dopo le brutte notizie relative al dover vendere Gipghy la cui acquisizione avrebbe ostacolato la concorrenza, Menlo Park è stata colpita da un altro problema, con l’uscita dal gruppo di David Marcus, in azienda dal 2014 (dopo un passato in PayPal), prima a capo di Messenger e poi della divisione per i progetti della criptovaluta Diem e del portafoglio digitale Novi: il posto di Marcus, che paga il mancato decollo del progetto che voleva Facebook e le sue app come veicolo capillare di pagamenti istantanei e gratuiti in alternativa a quelli tradizionali, sarà occupato verso fine anno dall’ex CEO di Upwork, Stephane Kasriel.
Ancora in tema di criptovalute, la parental company Meta (ex Facebook Inc) ha annunciato che accetterà annunci pubblicitari da più società di criptovalute: ciò avverrà perché, rispetto al passato, nel decidere se una società possa pubblicare o meno detti annunci, verranno riconosciute 27 licenze regolamentari, al posto delle precedenti 3. Verranno comunque rifiutate quelle aziende che non abbiano almeno 1 delle 27 licenze riconosciute.
Più sul piano concreto, Facebook ha annunciato l’arrivo anche in Italia di una funzione testata per la prima volta nel 2018, estesa nel 2020 in occasione delle presidenziali USA, che dal Settembre scorso ha visto circa 1 milione e mezzo di account attivarla e che entro fine anno dovrebbe abbracciare oltre 50 paesi. Si tratta del Facebook Protect, un sistema che mira a tutelare coloro che, pur in assenza di una spunta blu, “fanno parte di comunità cruciali per il dibattito pubblico“, come gli attivisti per i diritti umani, i giornalisti e i funzionari governativi.
Queste persone riceveranno una notifica volta ad attivare le cautele del Facebook Protect, tra cui l’autenticazione a due fattori che richiede l’inserimento di un codice supplementare (ricevuto via SMS o app) aggiuntivo rispetto alla password, gli avvisi nell’eventualità che si ravvisino sospetti tentativi di accesso e il dover autorizzare gli accessi nel caso si notino tentativi di accesso da device mobili o da browser insoliti. A tali protezioni, che possono essere adottate anche dagli utenti normali, il Facebook Protect aggiunge anche un monitoraggio di tutte quelle attività sospette (es. potenziali hackeraggi) che possano riscontrarsi attorno a questi account più a rischio.