Ecco i pericoli che i giovani corrono sul web: odio, sesso e bullismo

Un'inchiesta condotta dall'Università del Sacro Cuore assieme a Tim svela i pericoli che i nostri ragazzi corrono sul web e sui social: violenza, odio, discriminazione, sexting e cyberbullismo.

Ecco i pericoli che i giovani corrono sul web: odio, sesso e bullismo

Tempo fa una pubblicazione avvertiva di come l’uso dei social network nelle ore notturne togliesse il sonno e, quindi, generasse – di rimando – stanchezza, ansia e depressione. Evidentemente, però, i pericoli, nella frequentazione dei social network, sono anche e soprattutto ben altri.

A testimoniarlo sono i dati emersi in un incontro internazionale sui rischi che i minori possono correre sul web. Nella ricerca in questione, condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore col patrocinio di TIM, è emerso quanto i minori siano sempre più esposti a messaggi di odio, violenza e di discriminazione (in gergo “hate speech”). Nello specifico il 36% dei ragazzi tra i 13 ed i 14 anni, e il 44% dei fanciulli tra i 15 ed i 17, ha avuto occasione di leggere – sui social network, messaggi che inneggiavano alla violenza ed alla discriminazione

Altro pericolo corso dai giovani è quello del sexting, ovvero dello scambio di contenuti osé, nello specifico foto. Il fenomeno sembra aver coinvolto il 15% dei ragazzi tra i 15 ed i 17 anni e pare scendere con la fascia d’età presa in considerazione (7% tra i 13-14 anni, 3% tra gli 11 ed i 12 anni). Dati significativi a riguardo, il fatto che il sexting coinvolga più le ragazze (11%) che i parità maschi (9%) e il fatto che il fenomeno in sé non sembra sconvolgere gli interessati più di tanto (forse non si rendono conto del pericolo di immettere in rete certe immagini…).

Non manca, poi, nella ricerca presa in considerazione, la casistica di coloro che sono stati vittima di bullismo. Qui il dato “interessante” è che i bambini ttra i 9 ed i 10 anni vivono il fenomeno “de visu”, mentre i pre-adolescenti lo vivono per lo più su internet (Whatsapp e Facebook). In questo frangente, al contratio del sexting, il fenomeno è seriamente vissuto da coloro che lo subiscono: i 2/3 delle vittime afferma, infatti, di aver patito molto per episodi del genere.

Ed i grandi? Gli insegnanti paiono scarsamente coinvolti nel processo di mediazione tra giovani e social: 1 docente su 3 si è preso la briga di spiegare ai giovani come usare correttamente i social. Diversa la situazione, infine, che vede (molto più) coinvolti i genitori: questi ultimi sembrano più preoccupati di allertare i pre-adolescenti che i più piccoli sul come gestire i social e le richieste di amicizia da parte di sconosciuti.

Dati che, indubbiamente, devono far riflettere…

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