Mountain View che solo pochi giorni fa aveva annunciato un’iniziativa dedicata al teatro (“Arti dello spettacolo”), torna a dedicarsi all’esplorazione dei siti archeologici mondiali. Dopo aver “virtualizzato” Petra, la capitale dei Nabatei (punta estrema dell’attuale Giordania), questa volta il Google Cultural Institute si occupa di Machu Picchu, mitica città Inca, rendendola esplorabile tramite Street View.
Machu Picchu, per attenersi ai dati storici, è la capitale inca fondata dall’imperatore Pachacútec verso i 1440 e abitata sino all’arrivo dei Conquistador spagnoli nel 1532. Considerata tra le 7 nuove meraviglie del mondo, questa singolare città sorge a circa 2400 metri sul livello del mare e può ben dirsi un sito “tridimensionale”: lunga 530 metri e larga 200, Machu Picchu si estende anche in profondità tramite ben 172 terrazzamenti costruiti in modo efficace senza l’uso di alcuna malta.
Sino a poco fa, per visitarla era necessario recarsi in Perù, e fare una buona scorta di Travelgum: sia spostarsi tra le Ande con l’apposito treno, sia per scendere in città tramite irti percorsi arrampicati sui fianchi delle montagne. Da oggi, però, la capitale inca è visitabile anche da remoto, su Pc via browser, sui device mobili tramite app, e in realtà virtuale con gli appositi sensori (es. Cardboard), grazie all’impegno culturale di Google.
La società di Brin e Paige, infatti, ha esplorato in lungo e in largo la città e l’ha ripresa, a 360 gradi, grazie ai trekkers, dei zaini dal peso di 18 kg, muniti di 15 telecamere stereoscopiche che scattando foto, riprendendo video, hanno consentito di creare un vero e proprio modello virtuale di questo sito archeologico. Il tutto, poi, è stato impreziosito dai commenti di diversi esperti del Google Cultural Institute e corredato delle foto relative ai vari manufatti reperiti in loco.
Ufficialmente Machi Picchu fu scoperta nel 1911 dallo storico Hiram Bingham intento a percorrere le locali stradine inca. Verosimilmente, tuttavia, la città potrebbe esser stata scoperta già nel XIX da Augusto Berns che avrebbe provveduto a cedere il meglio dei reperti a varie collezioni private. Quale che sia la data di questa scoperta riportata nei libri di storia, grazie al Google Cultural Institute anche voi potrete esplorare la mitica Machu Picchu e sentirvi per qualche ora come il buon vecchio Indiana Jones. Da salotto, però, e con il mouse al posto del frustino.