Molte importanti piattaforme tra cui Google, Facebook e Twitter hanno deciso di cambiare la loro policy per quanto riguarda gli annunci mirati di stampo politico, in vista delle prossime elezioni negli Stati Uniti e in Inghilterra, anche se ognuno di questi colossi dell’informazione ha optato per una soluzione differente.
Twitter ha scelto di bloccare completamente gli annunci di stampo politico, vista la situazione poco stabile della piattaforma, che negli ultimi anni ha iniziato davvero a diventare un infuriato campo di battaglia, rischiando sempre più il blocco per via dell’intemperanza dei suoi utenti. Facebook invece ha optato per un approccio leggermente diverso, visto che gli annunci politici saranno ancora permessi ma solo a pagamento. Google invece opta per una soluzione più complessa.
Google ha scelto di bloccare la possibilità da parte degli utenti di creare annunci mirati che si basano su dati estrapolati dal loro comportamento precedente, evitando quindi la creazione di annunci automatici. Resta invece attiva la profilazione per età, codice postale, e genere, ma non sarà più possibile creare annunci di tipo dinamico che si adattino alle varie zone geografiche.
Google lascia però aperta la funzionalità di quelle che si chiamano pubblicità contestuali. Si tratta di un tipo di annunci che si basa su dati di consumo da parte degli utenti che, quindi, potranno essere parzialmente mirati, utilizzando informazioni sui contenuti che sono stati cliccati o riprodotti (come per esempio podcast o video), oppure gli articoli letti da un singolo utente.
Le modifiche saranno attive su scala mondiale a partire dal 6 gennaio 2020, ma ci sarà un’eccezione per quanto riguarda l’inghilterra in cui sono previste attivazioni dall’inizio di dicembre, perché il 12 del mese gli elettori inglesi sono chiamati alle urne. Il terreno inglese funge anche quindi da sperimentazone per le nuove policy, in attesa della fase cruciale in USA.