In un momento di fortissima crisi immigratoria, si moltiplicano come i funghi i siti che pubblicano notizie false e tendenziose, volte a mettere in cattiva luce i migranti. Ma non si tratta solo di propaganda, che già di per sé rappresenterebbe una vera e propria vergogna: questi fantomatici giornalisti guadagnano, e tanto, da queste notizie.
E i migranti non solo gli unici bersagli: i responsabili di questi siti, infatti, prendono di mira anche gli omosessuali, con articoli palesemente inventati che stuzzicano ‘la pancia’ dell’Italia benpensante e razzista: gran parte del popolo attivo di Facebook, a dirla tutta. “Formula semplice e collaudata”, dice Il Fatto Quotidiano: bastano titoli aggressivi e ‘ad effetto’, e il gioco è fatto. Fomentare odio razziale, religioso e omofobia diviene così semplicissimo, e il clic facile porta guadagni non indifferenti agli spudorati responsabili di questi siti.
Parallelamente ad essi, sono nati in Italia due siti, Bufale.net e Bufac.it, che si impegnano quotidianamente nello smascherare queste false notizie, dimostrando (loro sì) che si tratta di bufale. Fino ad oggi, almeno. Perché i responsabili dei due siti hanno deciso di denunciare tutta una serie di siti direttamente alla Polizia Postale.
Come spiega David Alejandro Puente Anzil, fondatore e responsabile di Bufale.net, “siamo passati all’azione perché la smentita non basta più. Abbiamo depositato una denuncia alla Polizia di Bologna, contro una delle più grosse reti di bufale in Italia. È la prima volta che viene fatta denuncia contro un sistema così grosso e organizzato”. I siti in questione sono quattro: Voxnews.info, Tuttiicriminidegliimmigrati.com, Identita.com e Resistenzanazionale.com, che sono gestiti dallo stesso uomo, Giovanni Tognoli.
“Vengono esagerate, manipolate e stravolte notizie vere, così da cambiarne completamente il significato, incrementando odio razziale, incitando alla violenza, o denigrando alcuni soggetti. Sono stati diffamati, ad esempio, enti di volontariato come la Croce Rossa o Medici senza frontiere, i gestori di centri d’accoglienza, prefetti, giudici, Papa Francesco o albergatori che hanno dato la loro disponibilità a ospitare profughi”. Per alcuni di questi siti, i guadagni superano le decine di migliaia di euro l’anno: un giro d’affari di non poco conto, sulla pelle degli immigrati.