Banda larga: sì del governo per rete pubblica, si oppone Telecom

La Telecom sembra non voler mettere a disposizione le proprie infrastrutture a disposizione per lo sviluppo della fibra, costringendo il Governo a rivolgersi a Enel e Terna. Telecom sembra voler puntare sul rame

Banda larga: sì del governo per rete pubblica, si oppone Telecom

Secondo la Cassa depositi e prestiti, la rete in fibra deve essere appannaggio di tutti gli operatori che vogliono contribuire al progetto, per non correre un rischio di un nuovo monopolio. Come dice il presidente Franco Bassanini, a Telecom spetterebbe comunque “il ruolo più importante, perché è la società più importante, mentre noi mettiamo il capitale. D’altronde, i bilanci in Telecom non vanno poi così bene: utili più che dimezzati, flessione dei ricavi e un debito che è salito di 2 miliardi di euro, dai 27 del dicembre scorso ai 29 di oggi.

Telecom, però, non ci sta. Non vuole mettere a disposizione le sue infrastrutture per lo sviluppo della fibra con gli altri operatori, tanto da costringere il governo a varare un piano B, coinvolgendo gli operatori di reti elettriche Enel e Terna. Per quanto riguarda l’Enel, tornerà utile il piano dell’azienda di Francesco Starace di sostituzione di tutti i vecchi contatori, che potrebbe essere sfruttata per portare la fibra in tutte le case degli italiani. La Terna, invece, controllata dalla stessa Cassa depositi e prestiti, metterebbe a disposizione i fondi dell’azienda per il progetto.

Per Metroweb, la controllata della Cdp che si occupa della fibra, vi sarebbero diversi potenziali partner con cui concludere affari. La partecipazione di Telecom, però, renderebbe le cose più facili e diminuirebbe i costi. Ed è proprio questo il motivo per il quale il Governo tenta di ricucire lo strappo con l’azienda, che nel frattempo sembra interessata ad altre discutibili strategie, come il rinnovo dell’accordo con Fastweb per aumentare la vita del doppino in rame: non sembra essere interessata alla fibra, in sostanza. Si preparano, inoltre, i piani di investimento del 2016-2018 con l’obiettivo di accedere ai 6 miliardi di fondi comunitari e regionali messi a disposizione per lo sviluppo digitale. In un Paese che è già fanalino di coda nella banda larga, quindi, Telecom investe sul rame.

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