Assieme alle piattaforme applicative, anche quelle web sono spesso preda degli attacchi degli hacker, e se il problema coinvolge un sito di e-commerce molto noto, le ricadute in termini di privacy possono essere tragiche, come appena emerso a proposito del portale Shein.
Shein, uno dei marchi di fast fashion più citati su Instagram, TikTok e YouTube, popolare tra la generazione Z, è stato fondato dalla cinese Zoetop nel 2008 e, da allora, è cresciuto molto, diventando un e-commerce ormai onnicomprensivo in piena competizione con Amazon, con un successo confermato anche dai numeri, posto che per la prima volta la sua app ha superato quella di Jeff Bezos, per numero di download, negli Stati Uniti d’America.
Proprio dagli USA arriva l’alert in tema di sicurezza informatica che coinvolge Shein e i suoi utenti. Dall’ufficio del procuratore generale dello Stato di New York è trapelata la notizia di una multa comminata a Zoetop, ora basata a Singapore, per la cifra di 1.9 milioni di dollari, per come ha gestito una violazione dei dati di cui si è saputo solo ora, ma avvenuta nel 2018.
A quanto pare, il brand cinese nelle sue dichiarazioni pubbliche avrebbe parlato di una violazione che avrebbe coinvolto solo 6,42 milioni di consumatori, essendosi comunque premurata di avvertire tutte le persone coinvolte. In realtà, l’attacco ha coinvolto 39 milioni di consumatori, 375.000 dei quali residenti nella Grande Mela. Secondo le indagini condotte dall’ufficio del procuratore generale (AG, Attorney General), inoltre, sembra che l’azienda abbia in realtà preso contatto solo con una piccola parte degli utenti coinvolti e che non sia “riuscita nemmeno ad avvisarli che le loro credenziali di accesso erano state rubate“.
Nel confermare di aver collaborato con l’ufficio dell’AG, e nell’assicurare che la fiducia e la sicurezza dei dati dei suoi utenti sono una priorità assoluta, la parental company di Shein, Zoetop, ha rivelato che, dal 2018, sono state introdotte “misure significative per rafforzare ulteriormente la nostra posizione di sicurezza informatica” e che, da allora, sulla stessa, si “rimane vigili“.