Internet, è stato detto da più parti, mette in contatto le persone. Detto così, si potrebbe pensare a tutti quei casi in cui le distanze si azzerano, le opinioni vengono scambiate e condivise, a quelle situazioni in cui, per citare il teorico Ithiel de Sola Pool, le imprese si destrutturano ai quattro angoli del globo. Certo, questo c’entra ma, essendo meno prosaici, si può anche pensare a tutti quei contesti in cui internet viene usato per conoscere potenziali partner e trovare, se non l’anima gemella, almeno il passatempo di una notte (“one-night stand” direbbero gli inglesi).
Girovagando per la Rete, infatti, vi sono tantissimi siti di dating che promettono di far incontrare le persone e, in alcuni casi, di avviare delle vere e proprie relazioni clandestine. Chi più, chi meno, tutti abbiamo fatto un giro su questi siti: magari eravamo single e cercavamo la persona giusta, oppure la nostra relazione era sulla via del tramonto, o forse si era solo nel mezzo di una crisi momentanea del rapporto o della propria vita. Fatto sta che, dopo un po’ di tempo, quasi nessuno resta sui siti di dating e torna alla realtà concreta: o perché si è trovato quel che si cercava, o perché – come si suol dire – ci si è ormai tolti “lo sfizio”.
Il problema è che non sempre questi portali preservano adeguatamente la privacy. In estate il Garante per la privacy francese ha avanzato qualche dubbio sul fatto che questi servizi tutelino davvero e per sempre la nostra riservatezza e, certo, nessuno può dimenticare quel che è successo col portale per fedifraghi “Ashley Madison” la cui violazione ha portato alla pubblicazione online di migliaia e migliaia di profili personali: quasi sempre si è trattato di persone che, se non hanno subito dei ricatti, comunque si sono visti rovinare, in un modo o nell’altro, le loro esistenze.
A conferma della scarsa riservatezza dei portali di dating online, da oggi, ci si mette anche “Natyou”, una sorta di “Archive.org” delle scappatelle. Come il vero Archive.org fotografa tutto il web al fine di creare una memoria della Grande Rete, utile a scopo di studio, allo stesso modo Natyou scandaglia tutti i siti di dating alla ricerca di informazioni personali (testuali o immagini) da riprodurre nelle proprie pagine. A nulla vale il fatto che, nel frattempo, ci si sia disiscritti da un certo sito e che si sia chiuso il proprio account: Natyou continuerà a riportare, spietatamente e senza consenso alcuno, i dati personali di chi ha provato a frequentare questi siti. Anche se per poco.
E non basta! I dati personali ripubblicati su questo singolare archivio online vengono anche resi accessibili a Google che, quindi, potrà indicizzarli tra i risultati delle sue ricerche. Insomma, messi alla gogna, per sempre e sotto gli occhi di tutti per un progetto che non sembra essere molto legale visto che in nessuna parte del sito si precisa il nome della società curatrice e non viene mai fornito alcun contatto per poter inoltrare eventuali domande di rimozione.
Come sottolinea Guido Scorza, avvocato esperto di privacy, la finalità di progetti del genere è quella di far soldi grazie alle visite ed alla morbosa curiosità della gente: poco importa, poi, se ci rimetterà qualcuno….