Instagram lo conosciamo tutti: è il social che ha sdoganato il concetto di selfie dandogli una notorietà tale da poter apparire persino tra i termini di un dizionario. Soprattutto, Instagram è il network che ha messo al centro dell’interazione tra le persone un nuovo elemento: non il testo ma la grafica, in forma di immagini.
Molto simile a Instagram ma, calibrato su un’altra moda di questi tempi, è il social “Dronestagram” (https://www.dronestagr.am/) che permette di pubblicare sempre e comunque delle foto ma con una particolare caratteristica: a scattarle dev’essere un drone.
Una volta iscritti al social in questione, sarà possibile fruirne in modalità passiva o attiva. In modalità passiva lo si può sfogliare come fosse un album alla ricerca delle immagini o dei video che più ci hanno colpito. Gli elementi selezionati saranno apprezzabili con dei like e, ovviamente, sarà possibile formarsi una propria hit list apponendo, all’elemento prescelto, la stellina tipica dei “preferiti”. Naturalmente, gli elementi che reputiamo d’interesse sono anche condivisibili sui principali social network (Tumblr, Facebook, Twitter, Pinterest e Google Plus) e commentabili.
In modalità attiva, invece, potremo pubblicare le foto scattate dalle fotocamere dei nostri droni purché di qualità almeno accettabile (visto lo standard elevato dei contenuti sin qui pubblicati in questo giovane network).
Di tanto in tanto, poi, è anche possibile partecipare ad un concorso, il “Drone Aerial Photography Contest” che nel 2015 ha visto la partecipazione di ben 5000 fotografi “remoti”.
Il concorso in questione, previsto anche per il 2016 e sponsorizzato da Adobe, GoPro, National Geographic (etc), ha un tema conduttore, “immortalare la bellezza del tuo luogo preferito”, ed è aperto a chiunque ami questo genere di fotografia. Gli unici requisiti sono che le foto abbiano coerenza col tema del contest, siano – ciò nonostante – creative e, come detto, di buona qualità.
Nelle giuria, infatti, oltre ad Eric Dupin, fondatore e AD di Dronestagram, troviamo anche il premio Pulitzer per la fotografia Ken Geiger, deputy director della prestigiosa rivista “National Geographic” (che è anche sponsor, come ricordato, della manifestazione).