Utilizziamo costantemente smartphone e computer per lavoro e per intrattenimento e, quindi, col passare del tempo, questi dispositivi vengono a contenere tutta una serie di informazioni, personali e non, alle quali teniamo davvero molto. Quasi più che al supporto informatico stesso! E’ su questo che, evidentemente, contano i soliti buontemponi della rete che, in queste ore, stanno facendo circolare ben 2 finte minacce informatiche.
La prima bufala, inerente la sicurezza dei nostri smartphone e collegata ai tragici fatti parigini, spiega che ultimamente starebbe circolando su Whatsapp un avviso, intitolato “On est tous Paris” (siamo tutti Parigi), che – in realtà – nasconderebbe una trappola per prendere il controllo dei nostri telefoni. Nello specifico, il messaggio in questione conterrebbe la foto di un neonato sul cui braccialetto sarebbe, appunto, scritto “On est tous Paris”: cliccando sull’immagine citata, l’hacker prenderebbe il controllo remoto del nostro device e potrebbe rubarci tutti i dati personali, password comprese.
La notizia in questione sarebbe stata attribuita addirittura al ministero della difesa francese e pubblicata dall’emittente transalpina “Europe 1”. Ebbene, oltre al fatto che Europe 1 non ha mai parlato di un tale pericolo informatico, la migliore smentita a questa bufala è stata fornita dalla pagina Facebook della Polizia Postale, “Una vita da social”, secondo la quale il ministero della difesa francese non avrebbe diramato nessun alert del genere e che, comunque, è sempre buona norma diffidare dei link comunicati da persone che non si conoscono.
La seconda bufala a carattere “protettivo” riguarda – invece – i computer e ci avverte che il messaggio cui dobbiamo fare attenzione contiene l’oggetto “l’invitation” (l’invito) o “qu’est ce que fait ta photo sur ce site?” (che ci fa una tua foto su questo sito?). Cliccando sul link in esso contenuto si avvierebbe “una torcia olimpica” in grado di bruciare il nostro hard disk. Come? Agendo sul “settore zero” che contiene le informazioni necessaria ad avviare il computer.
Ad aver scoperto questo pericolo, secondo la Microsoft “il peggiore della storia”, sarebbe stata la McAfee e la notizia sarebbe stata diffusa addirittura dalla CNN. In questo caso la smentita arriva direttamente dall’esperto Paolo Attivissimo, del servizio Antibufala, e noi stessi possiamo accorgerci della grossolanità di quanto contenuto in quest’alert: MCAfee è scritto in modo sbagliato (è McAfee) e, oltretutto, la traduzione automatica in italiano è pessima. Cos’è la torcia olimpica che si accenderebbe nel nostro computer prima di friggerci l’hard disk? L’equivalente informatico del Sole di Fatima?
Il consiglio in questi casi è sempre il medesimo. Badiamo al modo in cui è scritto un messaggio, se è tradotto bene o male, alla formattazione del medesimo e controlliamo le fonti citate. Non sempre sparare dei grossi nomi a convalida di una comunicazione ne certifica l’autenticità!