Internet sembra decisamente lo specchio della realtà esterna e di quello che avviene nel mondo che ci circonda. Quando avviene un grande evento, infatti, è ben difficile che la rete, sia i social che i motori di ricerca, non ne mostrino alcun riflesso.
Al Jazeera, la CNN in lingua araba degli Emirati Arabi, ha di recente pubblicato, in un video, delle statistiche relative a come le ricerche in Google riflettano gli eventi che poi generano necessità di saperne di più nel pubblico della rete.
Nel 2014, ad esempio, in seguito alle azioni terroristiche in Nigeria, in molti googlavano alla ricerca di informazioni su Boko Haram e sulla mappa della nazione in questione. Quando, poi, la Russia ha inglobato, motu proprio, la Crimea (assegnata all’Ucraina da Stalin nel dopo guerra), sempre più persone (8 volte tanto) si sono chieste, su Google, dove fosse la Crimea.
Sempre in crescita (addirittura raddoppiate), poi, sono risultate le ricerche della voce “cessate il fuoco” mentre, da quando il presidente siriano Assad ha perso il controllo di una buona parte del suo paese, causa ISIS da Est e ribelli “democratici” da nord, su Google fioccano le richieste informative sia da parte di chi resta in quel martoriato paese, sia da parte di chi decide di partire.
Nello specifico, chi resta chiede informazioni su quali siano gli ospedali più vicini, o dove si trovino le postazioni della Croce Rossa in Siria. Chi non ha la possibilità di recarsi in ospedale per le cure, ad esempio a causa dei bombardamenti in corso, cerca notizie su come prestare il primo soccorso, come trattare le ustioni in casa e come praticare la rianimazione con la respirazione bocca a bocca.
Chi, invece, opta per il “viaggio della speranza in Occidente” si informa sulle condizioni del mare tra Grecia e Turchia (nuova strada dei migranti), sulle rotte tra queste due nazioni, ma anche sulla distanza – a piedi – tra Macedonia e Serbia.
Non manca, poi, l’attenzione all’Ungheria (notizie sull’Ungheria, sui rifugiati siriani in Ungheria) per sapere cosa li aspetterà una volta giunti nel paese di Orban noto per aver fornito un convinto stop ai flussi migratori provenienti dalla Serbia (anche tramite la costruzione di un muro).
Immancabili, infine, sono anche le ricerche sulla meta finale di gran parte dei profughi siriani: le ricerche sulla Germania (politiche di asilo specialmente), sulle mappe della Germania, soprattutto con riferimenti in lingua araba, sono davvero tantissime.