Vittorio Sgarbi contro Andrea Dipré: il celebre critico d’arte, diventato negli ultimi tempi sempre più social, ha recentemente individuato proprio in Diprè l’ultimo bersaglio per le proprie invettive, criticando aspramente la disparità di trattamento riservata da Facebook a determinati utenti. Nella fattispecie, quando si tratta di materiale potenzialmente scabroso.
A Vittorio Sgarbi non è proprio andata giù la censura del celebre dipinto di Courbet “L’origine du monde” da parte del social network, mentre colui che viene unanimente definito il “re del trash italiano” viene al contrario lasciato libero di proporre i suoi sproloqui senza alcun genere di provvedimento.
Così lo storico ed opinionista ferrarese – sempre più sulla cresta dell’onda mediatica – ha colto l’occasione per sparare letteralmente a zero su Andrea Diprè, utilizzando come suo solito terminologie decisamente poco inclini a preludere all’apertura di un dialogo. D’altronde si sa: quando Sgarbi disprezza qualcuno, il margine per una comunicazione interattiva rasenta lo zero, ed il nostro s’abbandona ben volentieri alla suggestione dell’ipse dixit.
Tant’è che il Vittorio nazionale s’è lanciato ancora una volta in un soliloquio che non ammette alcun genere di replica, sollecitando un intervento da parte di Facebook nei confronti dello stesso Diprè: “Non so figli di chi, ma certamente frutto di un parto anale, il sedicente critico d’arte Dipré infesta da anni televisioni locali e internet cercando di mettersi in evidenza senza risultati, in virtù della sua inesistenza“.
“A leggere attentamente il suo delirante programma, ci si chiede come Facebook, così rigorosa rispetto a soggetti ‘morbosi’ fino al punto da cancellare l’immagine ‘l’origine del mondo’ di Gustave Coubert, possa sopportare l’incitazione all’uso della cocaina e altre droghe e perfino della pedofilia e dei rapporti sessuali onanistici di giovinetti e ragazzini, senza intervenire per interrompere la vacua e disgustosa propaganda“.
Anche in questo caso dunque, Vittorio Sgarbi non le ha mandate a dire. Sebbene con il proprio intervento abbia di fatto indirettamente fornito allo stesso Andrea Diprè, oramai da qualche tempo relegato ai margini delle platee mediatiche (e forse passato anche un po’ di moda), una cassa di risonanza enorme per provare a riproporsi con una delle sue solite trashate. Effetto collaterale non calcolato, o c’è qualcosa sotto?