Vieni da me: Lorella Cuccarini parla del tumore, rimpiangendo i tempi in cui la tv era tutta italiana

Ospite di Caterina Balivo, Lorella Cuccarini oltre a parlare del tumore che l’ha costretta a vivere senza tiroide, ha espresso tutta la sua nostalgia per quegli anni in cui la tv italiana era unica e non riproponeva dei format già visti all’estero.

Vieni da me: Lorella Cuccarini parla del tumore, rimpiangendo i tempi in cui la tv era tutta italiana

Lorella Cuccarini, 54enne icona della televisione italiana degli anni ’80 e ’90, si è raccontata a cuore aperto da Vieni da me. Ospite di Caterina Balivo, la showgirl di origini romane ha raccontato il suo dramma legato al tumore. Operata 17 anni fa, da allora vive senza la tiroide.  

La notizia per lei è equivalsa ad una sentenza inappellabile. La malattia le ha cambiato tutti i punti di riferimento, tanto da arrivare a dire che quella che si è trovata di fronte è “una visione della vita che va in frantumi”. Per questo motivo sente l’importanza del suo ruolo di testimonial, nonché di socio fondatore dell’associazione no profit Trenta ore per la vita. L’ente è da sempre in prima linea nella lotta alla sclerosi multipla, una patologia che colpisce soprattutto le donne e che ancora oggi è poco conosciuta dal pubblico. 

Ma la più amata dagli italiani oltre a parlare di uno dei momenti più bui della sua vita privata, ha voluto anche esprimere tutta la sua tristezza per una televisione che oggi non c’è più. Scoperta da Pippo Baudo, la ballerina dopo un primo periodo in Rai ha deciso di accasarsi in Fininvest, dove ha spopolato con Odiens, il varietà in cui cantava e ballava la sigla La notte vola, un vero e proprio tormentone della fine degli anni ’80. 

Il suo sodalizio lavorativo con Marco Columbro l’ha resa popolarissima, tanto da aver condotto insieme diverse edizioni di Paperissima e Buona Domenica. Parliamo di varietà che in quell’epoca erano all’ordine del giorno, e per i quali la showgirl non nasconde di nutrire una grande nostalgia.  

Allora c’era un’altra televisione, sono passati trentaquattro anni, era molto diversa, molto più artigianale. Era una tv fatta da persone, da figure che creavano e che facevano una tv solo italiana, aperta a tante figure di spettacolo che venivano anche dall’estero”. Il suo punto di vista arriva poi ad una conclusione ineluttabile: se a quei tempi la televisione italiana era di per sé unica nel panorama globale, oggi con la globalizzazione i format sono diventati pressoché identici a quelli proposti all’estero. “Una volta la televisione italiana era solo italiana ed era una delle migliori del mondo perché esprimeva grande capacità creativa e professionale, dentro e fuori, dalle maestranze alle direzioni generali. Ogni tanto dobbiamo guardare indietro, bisogna ricordarci di quello che eravamo”.

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