Tra gli ospiti dell’ultima puntata di “Verissimo” c’è stata anche Ilaria D’Amico, 47enne giornalista ed ex volto di Sky Sport. Compagna del portiere della Juventus Gigi Buffon, la D’Amico per anni si è occupata di condurre trasmissioni calcistiche per poi lasciare il lavoro per via di un’emergenza familiare. Nel gennaio nel 2019, infatti, sua sorella maggiore Catia si è ammalata.
Catia D’Amico aveva dodici anni in più di Ilaria ed era sanissima quando le era stato riscontrato un tumore all’interstino. Da quel momento era cominciata una lunga lotta contro il cancro, che purtroppo la donna ha perso lo scorso settembre 2020, quando è venuta a mancare. Proprio nel salotto di Silvia Toffanin, la D’Amico ha parlato del dolore del lutto e del rapporto meraviglio che l’ha sempre legata alla sorella maggiore.
Ilaria D’Amico distrutta per la morte della sorella maggiore Catia
Nel raccontare la lunga malattia della sorella nello studio di “Verissimo”, Ilaria D’Amico non è riuscita a trattenere le lacrime. Lacrime di dolore e di commozione al pensiero di aver perso una parte di sé, della propria famiglia, che per lei era sempre stata un punto di riferimento incrollabile. Morendo, Catia ha lasciato anche la figlia Alessandra, la nipote cui Ilaria è legatissima e che ha intenzione di seguire proprio come avrebbe fatto sua sorella, come una mamma.
“Non riesco molto a parlare di lei” ha dichiarato la compagna di Gigi Buffon, quasi singhiozzando, “mi si spezza il respiro”. Oltre ai dodici anni di differenza, tra le due sorelle c’erano molte differenze caratteriali, ma proprio per questo motivo erano così in simbiosi: si completavano, ha spiegato la giornalista a Silvia Toffanin, si scambiavano emozioni, gioie e sofferenze, vivendole all’unisono, l’una attraverso l’altra.
In virtù di questo amore così grande, la D’Amico ha ammesso che, se fosse servito a qualcosa, lei per sua sorella Catia avrebbe dato una parte di sé, anche fisica; le avrebbe dato degli organi e tutto quello che fosse stato necessario, ma purtroppo non c’è stato niente da fare e né l’amore, né il coraggio dimostrato nei lunghi mesi di cure e chemioterapia sono riusciti a salvare la donna.