A poco più di un mese dal suo debutto, “Noos – L’avventura della conoscenza“, il programma di divulgazione scientifica condotto da Alberto Angela, ha già suscitato dibattiti e polemiche. In onda su Rai 1 dal 27 giugno, la trasmissione ha inizialmente registrato uno share del 13,6%, calando poi al 12,61% e infine all’11,5% nell’episodio del 18 luglio.
L’atteso appuntamento del 25 luglio, previsto dai palinsesti, è stato cancellato, come anticipato da Davide Maggio. La Rai ha preso questa decisione per evitare un confronto diretto con “Temptation Island“, il popolare reality show prodotto da Fascino di Maria De Filippi, che ha conquistato il 31,14% di share con 3.485.000 spettatori.
Per evitare una nuova sconfitta negli ascolti, i dirigenti di viale Mazzini hanno deciso di spostare “Noos” a fine agosto. Nonostante ciò, Alberto Angela ha rassicurato i fan con un post su Instagram, dichiarando che il programma continua la sua produzione. “Siamo ancora oggi al lavoro sulle nuove puntate di Noos,” ha scritto Angela, “Nelle ultime settimane abbiamo aggiunto nuovi servizi alla trasmissione, come quello a San Clemente dove abbiamo girato oggi. Siamo pienamente operativi e al lavoro per la realizzazione delle ultime tre puntate di questa stagione che andranno in onda il 22 e 29 agosto e il 5 settembre“. Angela ha concluso il post con un deciso: “Noos va avanti! Lavoriamo per la cultura“.
La scelta della Rai ha provocato un’ondata di critiche sui social. Molti utenti ritengono che il palinsesto di una rete pubblica come Rai non debba essere dettato esclusivamente dallo share, sottolineando l’importanza del canone pagato dai cittadini. Un utente su X ha scritto: “Sospendere un programma di scienza e conoscenza come Noos, condotto da un professionista garbato e coinvolgente come Alberto Angela, è il punto di non ritorno per la Rai“.
Un altro commento evidenzia il contrasto tra la programmazione culturale e quella commerciale: “Il trash di Temptation Island ha vinto sulla cultura e noi figli/e virtuali del grande Piero siamo increduli“. Questi commenti riflettono un malcontento diffuso, con molti che vedono la decisione come un segno di declino culturale.