Striscia la Notizia, i nostri cellulari ci spiano? L’esperimento interattivo: cosa accade davvero

Questa è la domanda che in molti si pongono tutti i giorni: "Il mio cellulare ascolta ciò che dico? Mi spia?", a Striscia la Notizia è stato fatto un esperimento per cercare di dare finalmente una risposta a questa assillante domanda.

Striscia la Notizia, i nostri cellulari ci spiano? L’esperimento interattivo: cosa accade davvero

Nella puntata di “Striscia la Notizia” andata in onda ieri lunedì 27 settembre, si è cercato di dare finalmente una risposta alla domanda che in molti si pongono tutti i giorni: “Il mio cellulare ascolta quello che dico?“. Nel servizio di Marco Camisani Calzolari è stato messo in pratica un esperimento mai visto in tv.

A chiunque stia leggendo questo articolo, almeno una volta sarà capitato di ritrovarsi sui vari social pubblicità di prodotti dei quali aveva magari parlato pochi istanti prima. La cosa sorprendente è che, in alcuni casi, non è stata mai fatta una ricerca di tali prodotti sul cellulare tramite, magari, motori di ricerca, eppure ecco comparire proprio quella macchina che tanto piace o quella crema che fa miracoli con la cellulite.

L’esperimento a Striscia la Notizia

Misteri di internet? Sembrerebbe di no e Striscia ha provato a dimostrarlo. Così Marco Camisani Calzolari, affermando che “I nostri telefoni ci ascoltano e lo fanno con sistemi sempre più accurati“, ha messo in atto un esperimento interattivo con il pubblico del tg satirico di Antonio Ricci facendo avvicinare il telefono alla tv e alzando il volume: “Pronti? Io dirò delle frasi e voi alzerete il volume del televisore avvicinando il telefono. Così il cellulare potrà ascoltare quello che dirò”.

Tutto pronto e Calzolari pronuncia la formula magica per attivare il magheggio: “Voglio un’automobile, mi serve un’auto nuova, una macchina per viaggiare, un’auto che consumi poco ma che abbia anche delle buone prestazioni. Ora potete abbassare il volume e spegnere lo schermo dello smartphone”.

L’esperto informatico di Striscia la Notizia spiega poi che alcune applicazioni installate nel telefono accedono al microfono e registrano le nostre parole per poi inviarle al loro server e, una volta trasformato tutto in testo, vengono vendute ad agenzie pubblicitarie che inviano le loro pubblicità: “La responsabilità non è degli inserzionisti“, precisa Calzolari.

Conclude poi che se lo smartphone finisce nei circuiti giusti, nei prossimi giorni, chi ha effettuato l’esperimento, riceverà le pubblicità inerenti alla sua frase pronunciata poco prima: “Se non succede vuol dire che per fortuna nessuno vi ascolta oppure che gli inserzionisti non hanno comprato quelle parole chiave nei circuiti pubblicitari in cui siamo finiti. In ogni caso, se riceverete pubblicità sulle auto fateci sapere, così cerchiamo di smascherare questi furbacchioni che ci ascoltano” esorta infine Calzolari.

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