Nell’immaginario collettivo la colazione svolta all’interno di una famiglia italiana è migliore di come la conosciamo: latte e caffè appena fatto, frollini friabili, succo di frutta fresco e fette biscottate con la marmellata. I figli sono disciplinati e sorridenti, le madri felici e apprensive, i papà in vena di abbracci e il sole – che si intravede dalle finestre – splende alto nel cielo azzurro.
I telespettatori sono tanto abituati quanto innamorati di quel mondo parallelo e idilliaco. Pubblicità di questo tipo propongono alle famiglie italiane realtà perfette che la gente sogna e desidera vivere, sperando un domani di poter esserne protagonista.
Alla luce di queste premesse introduttive, succede che i telespettatori italiani non hanno gradito lo spot Buondì che in questi giorni sta imperversando su molti canali tv. Centinaia di commenti di disapprovazione e indignazione sono stati scritti sulla pagina Facebook della Motta, noto marchio italiano di merendine.
La pubblicità incriminata è ambientata in un romantico giardino all’inglese. Una bambina bionda, infiocchettata e abbigliata come una bambolina corre dalla madre – impeccabile e sofisticata – chiedendole ingenuamente: “Una colazione leggera ma decisamente invitante, che possa coniugare la voglia di leggerezza e di golosità”.
La madre – sicura di sé, sorridente e imperturbabile – risponde alla figlia con nonchalance e toni pacati, escludendo a priori che una colazione così esista veramente: “Possa colpirmi un asteroide se esiste”. Lo spot si conclude con un violento meteorite che le precipita in testa, uccidendola stecchita e avvolta in una nube fumo.
Le indignate mamme di tutta Italia hanno immediatamente proposto il licenziamento dell’addetto al marketing che ha ideato questo raccapricciante spot, accusando la Motta di aver trasmesso una pubblicità diseducativa. Tra i tantissimi commenti lasciati sulla pagina Facebook della Motta, emergono paragoni con i kamikaze e addirittura minacce di denunce alla Autorità Garante della Concorrenza e all’Istituto dell’Autodiscipina Pubblicitaria.