Sanremo 2021, Achille Lauro sul palco dell’Ariston torna alle origini: si veste da sposa e bacia Boss Doms

Il cantante arriva sul palco con la bandiera italiana e, vestito da sposa, bacia il suo bassista Boss Doms. Nella sua provocatoria esibizione trascina pure Fiorello in un canto libero, sfrenato e fuori dagli schemi: "Me ne frego".

Sanremo 2021, Achille Lauro sul palco dell’Ariston torna alle origini: si veste da sposa e bacia Boss Doms

Durante la quarta serata della settantunesima edizione del Festival della canzone italiana, torna a far discutere Achille Lauro che si presenta – sul magico palco del Teatro Ariston – vestito da sposa e in mano la bandiera italiana. Tutti gli sguardi si concentrano sul cantante che si diverte a far volare la sua libertà e, incurante dei giudizi e delle aspettative altrui, bacia il suo bassista Boss Doms.

Ad aprire il suo quarto quadro è la celebre affermazione “Ci sono cascato di nuovo”, emblematica frase del brano sanremese “Me ne frego” di Lauro, che coerente con le sue origini sceniche stravolge ogni schema: l’artista si abbandona in un canto sfrenato, libero e provocante, a tal punto da smuovere nuovamente il pubblico che si divide tra elogi e feroci critiche.

L’inarrestabile energia di Achille trascina con sé anche Fiorello che entra nel quadro con una corona nera di spine e con un look total black sulle note di “Roll Royce”: esperienza che difficilmente verrà dimenticata dal comico-presentatore che si diverte ad esplorare un mondo differente, fatto da arte e sregolatezza.

L’esibizione viene introdotta da un monologo interpretato dallo stesso Lauro in cui omaggia il punk rock, icona della purezza dell’anticonformismo: “San Francesco che si spoglia dei beni, Elisabetta Tudor che muore per il popolo, Giovanna d’Arco che va al rogo, Prometeo che ruba il fuoco degli dei. Sono un bambino con la cresta, un uomo con le calze a rete, una donna che si lava del perbenismo e si sporca di libertà. Sono l’estetica del rifiuto, il rifiuto dell’appartenenza ad ogni ideologia, sono Morgana che tua madre disapprova, contro l’omologazione si è sempre fatto così. Sono Marilù. Dio benedica chi se ne frega”.

Il mondo del web esplode con reazioni e commenti notevolmente divergenti che dimostrano come il cantante riesca a smuovere le masse, a disturbare la quiete e la moralità dei telespettatori, proprio come ha scritto un utente: «Achille Lauro non voleva solo partecipare a Sanremo, voleva avere il potere di farlo impazzire». Tra i post più divertenti spicca quello di uno spettatore che ha molto apprezzato la performance e non ha perso tempo a comunicarlo al mondo: «Tra cinquant’anni racconterò ai miei nipoti che la scintilla che ha portato Achille Lauro ad essere Presidente della Repubblica è stata quella volta in cui, a Sanremo, si è presentato vestito da sposa, con la bandiera in mano e l’inno in sottofondo».

Anche questa volta, Achille ha fatto goal! I suoi quadri, contraddistinti da differenti generi musicali e da diversi messaggi, continuano a far parlare del cantante, della sua musica e soprattutto del suo potente pensiero. Tra le sue esibizioni più amate emerge la rappresentazione del terzo quadro, condiviso con la talentuosa cantante Emma Marrone, ovvero un inno alla forza e alla rivalsa di chi non è compreso dalla società: i due artisti cantano in difesa degli incompresi che meritano una grande occasione per uscire dalle tenebre e abbracciare la luce.

Continua a leggere su Fidelity News