Sanremo 2020, Junior Cally e il pezzo sul femminicidio: "Il Festival ipocrita e buonista". Foa chiede l’espulsione

Si inasprisce la polemica intorno alla partecipazione del rapper Junior Cally alla prossima edizione del Festival di Sanremo: ecco cosa sta succedendo.

Sanremo 2020, Junior Cally e il pezzo sul femminicidio: "Il Festival ipocrita e buonista". Foa chiede l’espulsione

Dopo le accuse rivolte ad Amadeus per aver utilizzato frasi sessiste commentando la partecipazione di Francesca Sofia Novello, la modella fidanzata con Valentino Rossi, ora un’altra tempesta mediatica si sta abbattendo sulla kermesse di musica italiana. Protagonista della vicenda è il controverso rapper Junior Cally.

Tutto nasce a causa di una canzone scritta dal cantante nel 2017, intitolata “Strega“, dove viene trattato il delicato tema del femminicidio con una violenza e un uso di terminologie che non sono state per nulla apprezzate dal pubblico, compresi i vertici Rai che in queste ore hanno palesato il loro dissenso tramite le dichiarazioni del Presidente Marcello Foa.

Sanremo 2020, la Rai vuole Junior Cally fuori dal Festival

Il pezzo in questione recita così: “Si chiama Gioia perché fa la tr..a. Questa non sa cosa dice, porca tr..a quanto c…o chiacchiera. L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”, questo è sembrato più che sufficiente per chiedere che il rapper Junion Cally, al secolo Antonio Signore, fosse allontanato dal Palco dell’Ariston.

Anche i vertici Rai, tramite la voce del presidente Marcello Foa, non ritengono consona la sua presenza a Sanremo, in considerazione del fatto che scegliere di far esibire artisti con un background del genere, significa non ascoltare la maggioranza degli italiani che riterrebbe questa decisione inaccettabile.

Il comunicato stampa dello staff di Junion Cally

Parallelamente a queste dichiarazioni, arrivano anche quelle del diretto interessato tramite alcune precisazioni del suo staff in un lungo comunicato: “Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”, deciso a far valere le proprie idee in merito alla questione.

L’ufficio stampa di Junion Cally precisa inoltre che le canzoni a cui si fa riferimento e che hanno messo nei guai il rapper risalgono a molti anni fa e trattano argomenti molto lontani da quelli affrontati ora dal cantante.

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