Roberto Saviano ospite da Caterina Balivo: contro la mafia si può prendere posizione

Nell'ultima puntata della serie podcast di Caterina Balivo, l'ospite sarà Roberto Saviano, il giornalista anti-camorra che rivela la dura vita di un uomo sotto scorta

Roberto Saviano ospite da Caterina Balivo: contro la mafia si può prendere posizione

Roberto Saviano sarà il protagonista dell’ultimo episodio di Ricomincio dal NO, la serie podcast condotta da Caterina Balivo e dedicata ai personaggi italiani che si sono affermati a livello internazionale. Roberto Saviano è un giornalista diventato noto al grande pubblico dopo la pubblicazione del libro Gomorra. Un libro in cui lo scrittore parlava dell’impero economico della camorra. Un impero basato sulla violenza ma anche su indiscutibili doti imprenditoriali dei boss malavitosi.

Il suo libro è stato un successo mondiale, ma gli ha procurato anche seri guai con la camorra che, secondo alcuni pentiti, aveva anche progettato di ucciderlo nel 2008, sistemando un ordigno esplosivo lungo la tratta autostradale Roma-Napoli e da far brillare nel momento esatto in cui Saviano sarebbe passato con la sua scorta. Un attentato in stile Capaci che doveva seguire le lettere minatorie, le telefonate mute, le minacce di morte proferite contro di lui perfino dalle aule dei tribunali.

Da allora Saviano vive in una sorta isolamento ambientale, costretto a cambiare spesso abitazione, seguito dagli uomini della scorta ovunque si rechi. Una vita blindata. Ma lui, parlando del suo NO pubblico alla camorra, sostiene che contro la mafia si può prendere posizioni, anche se ci vuole un coraggio notevole per mettersi contro una realtà che perfino lo Stato fatica ad estirpare. Lui lo ha fatto e adesso ne paga il prezzo, anche se gli avvertimenti non gli erano mancati.

Il giornalista, infatti, ha raccontato a Caterina Balivo che ogni volta che proponeva un articolo ai giornali, questi gli venivano rifiutati perché considerati scomodi, foriera di guai, un continuo esporsi ai pericoli. “Mi hanno impedito di scrivere”, confessa Saviano, lo hanno fatto per paura e questo per lui è peggio di una censura. 

Parlando poi della sua vita sotto scorta, quando la Balivo gli chiede se gli fa paura questa situazione, confessa che, si, vita da uomo blindato è faticosa, stressante, ma necessaria per chi, come lui, ha voluto dire no alla camorra e lo fatto nel modo più rumoroso possibile. E, sempre ricordando gli inizi di questo percorso, conclude: “Per me è stato molto difficile perché c’è stata una prima fase, dove mi veniva data molta ansia da chi mi stava proteggendo. Mi dicevano: ‘Mi raccomando, non dire dove vivi'”. Un avvertimento che lo ha reso praticamente invisibile, aumentando ancor di più la consapevolezza che certi successi possono avere un prezzo salato da pagare.

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