"Otto e mezzo", Marco Travaglio contro il vaccino per i bambini: "Se avessi un figlio piccolo non lo vaccinerei neanche con una pistola"

Nel suo solito intervento rilasciato nella trasmissione "Otto e mezzo" Marco Travaglio si dichiara totalmente contrario alla vaccinazione per i bambini tra i 5 e gli 11 anni.

"Otto e mezzo", Marco Travaglio contro il vaccino per i bambini: "Se avessi un figlio piccolo non lo vaccinerei neanche con una pistola"

Come ci si poteva facilmente aspettare la vaccinazione dedicata ai bambini dai 5 agli 11 anni sta facendo molto discutere. I dubbi sono nati dalle prime vociferazioni su una presunta dose dedicata ai più piccoli, ma con l’approvazione dell’Ema nella giornata di ieri è scoppiato il vero caos.

Durante l’ultima puntata di “Otto e mezzo“, il talk di LA7 condotto da Lilli Gruber che si occupa di approfondimento giornalistico quotidiano, con ospiti in studio, dedicato a politica, economia e società, si discute proprio dei “no-vax” e delle vaccinazioni in generale, tra cui il fatidico argomento sui bambini.

Il pensiero di Marco Travaglio

Come riportata dal sito de “Il Tempo” nella trasmissione interviene anche Marco Cavaleri, responsabile della task force per i vaccini e le terapie Covid-19 dell’Ema, in cui snocciola alcuni dati confermando che il vaccino dedicato ai bambini è totalmente sicuro: “L’efficacia di protezione è superiore al 90% e sono sicuri, non abbiamo visto niente di particolare rilevante se non i soliti sintomi post dose come stanchezza, febbre e dolore nella sede dell’iniezione”.

Marco Travaglio non vuole però sentire ragioni e, sbalordendo Lilli Gruber, afferma con assoluta certezza: “Io se avessi un bambino piccolo non lo vaccinerei nemmeno se mi puntassero una pistola alla tempia. Ma immagino che non saremo obbligati almeno a quello. Semplicemente ho sentito dire e contraddire troppe cose sui vaccini per accontentarmi di un test su 3.000 bambini. Non vorrei che poi ci dicessero che si sono sbagliati come con AstraZeneca sui giovani”.

La conduttrice quindi cerca “l’aiuto” del dottor Cavaleri, che in realtà non smentisce del tutto le dichiarazioni del giornalista, affermando che è praticamente impossibile pretendere che studi clinici possano definire il rischio per eventi avversi o quelli rari. Sottolinea comunque l’importanza di continuare a studiare i dati dopo le prime vaccinazioni dei bambini, con l’obbiettivo di evitare le miocarditi che dovrebbero essere estremamente rari per i più piccoli.

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