Tra gli ospiti dell’ultima puntata del programma di approffondimento giornalistico di La7 condotto da Massimo Giletti “Non è l’Arena“, c’è stato anche il vice-premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha parlato, oltre della cattura dopo deenni di latitanza all’estero del terrorista Cesare Battisti, anche dei super stipendi di certi conduttori Rai, oltre alle recenti dichiarazioni del direttore artistico del Festival di Sanremo – ma anche cantautore e cantante – Claudio Baglioni sui porti chiusi e gli sbarchi degli immigrati.
Una punta ricca di argomenti e fatti quella di domenica 13 gennaio di “Non è l’Arena” che è iniziata proprio l’intervista al ministro dell’Interno, che tra i tanti argomenti trattati è tornato anche sulla questione degli stipendi d’oro in Rai, lanciando un affondo al conduttore di “Che Tempo Che Fa” Fabio Fazio, il cui compenso da sempre è oggetto di invidie e di critiche.
L’attacco di Salvini a Fabio Fazio
Per dire la sua su un argomento tanto annoso quanto caro agli italiani, Salvini stavolta sceglie il faccia a faccia con Giletti, abbandonando almeno per una volta comizi in piazza e dirette Facebook. “La mia preoccupazione da cittadino italiano sono i maxi-stipendi” – per poi aggiungere – “Non ne faccio un caso personale, infatti non dirò che c’è un conduttore che va in onda su Raiuno che guadagna in un mese quello che io guadagno in un anno“.
Il riferimento a Fabio Fazio è lampante, anche se il vicepremier tiene a precisare di non provare alcuna invidia o gelosia, quanto piuttosto un desiderio di revisione di certi stipendi d’oro in Rai. Stuzzicato dal conduttore, poi Salvini rincara la dose ed ironizzando dice: “Non mi riferivo assolutamente a Fabio Fazio, anzi bisognerebbe aumentarlo lo stipendio di Fazio, poverino, guadagna poco, come fa a tirare a fine mese?“.
Insomma ancora una volta il conduttore di Rai 1 Fabio Fazio è sotto il mirino delle critiche per il compenso straordinario che riceverebbe per la conduzione delle sue trasmissioni, e chissà s stavolta non decida di replicare a tono alle frecciatine del vicepremier.