Nel documentario "L’ultimo sciamano", Raz Degan si racconta

Un viaggio verso la spiritualità nato da una polmonite e le proprietà allucinogene l'ayahuasca. Raz Degan è regista e produttore de "L'ultimo sciamano".

Nel documentario "L’ultimo sciamano", Raz Degan si racconta

In uno spot diceva “Sono fatti miei” l’ex vincitore dell’Isola dei famosi, questa volta Raz Degan, diventa regista di un documentario in grado di affrontare un tema delicato: il mal di vivere, la rinascita spirituale e il viaggio che c’è nel mezzo. Il docu-film che appartiene al ciclo ‘Il racconto del reale’, ha la durata di 80 minuti, andato in onda ieri sera 24 Settembre alle 21.15 su Sky Atlantic Hd e su Sky Tg24 Hd, ma disponibile anche su Sky on demand. 

Raz Degan ha impiegato cinque anni per realizzare il documentario e racconta: “Ho voluto parlare ai giovani di temi poco discussi ma importanti, se è vero che la depressione è la terza malattia killer nel mondo“. Poi racconta di sé, di avere scoperto l’ayahuasca sette anni fa. Allora in Italia era un attore e conduttore tv in un programma che trattava i temi dei misteri.

Aveva finito da poco di girare un film in Tagikistan, gli aerei militari francesi avrebbero dovuto riportarlo a casa, ma lui chiese di rimanere solo, ma come lui stesso racconta si ammalò: “mi feci lasciare solo sulla via della Seta, Tagikistan, Afghanistan Kirghizistan e Cina Occidentale. Volevo percorrerla a piedi, solo, con nient’altro che una borsa e due videocamera. Sembravo un talebano. Raggiunsi il Nepal e il Tibet e a 4.000 metri presi una brutta polmonite.

Stava malissimo quando con un filo di voce ha deciso di chiamare il fratello, lo raggiunge a Goa. Il fratello – racconta Raz Degan – gli disse che lo “avrebbe affidato ad una sciamana che mi avrebbe curato con l’ayahuasca, un potente allucinogeno che io non conoscevo. La sciamana mi diede l’infuso e lo bevvi per sei notti. Stetti malissimo. Vomitai per tre giorni e ciò mi liberò i polmoni dal catarro. Il terzo giorno correvo sulla spiaggia e gli ultimi giorni ripercorsi la mia vita dalla nascita, raggiungendo la totalità del mio essere, avvicinandomi a Dio“.

Non seppe trattenere la novità e chiamò la madre, medico con laurea in medicina occidentale, le chiese di provare l’ayahuasca, un modo alternativo di curarsi. La madre di Raz tornò allo sport e a sorridere, la pianta – afferma l’attore – aveva poteri straordinari da far conoscere al mondo.

Il protagonista del viaggio – documentario è James Freeman, un 22enne con studi ad Harvard e grandi sogni di futuro in politica. finché non gli viene diagnosticato il ‘male di vivere‘, una depressione cronica che scalfisce le sue certezze spingendolo al suicidio. Quindi decide di partire per l’Amazzonia in cerca di uno sciamano che lo aiuti a guarire. James resterà isolato per cinque mesi in Perù, nella foresta tropicale, qui dopo aver scoperto le proprietà allucinogene dell’ayahuasca, tanti digiuni con relative crisi, comprenderà che solo lui stesso ha il potere di riconquistare la propria vita, come nello spot “Sono fatti miei“.

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