Oggi ci ha lasciati Angelo Guglielmi, lo storico dirigente Rai e direttore di Rai 3 che ha cambiato per sempre il destino della rete, dando vita a programmi che ancora oggi fanno la differenza. Guglielmi ci ha lasciati a 93 anni e la notizia del suo decesso è stata diffusa da da un’agenzia Ansa.
Al momento non emergono molti particolari, anche se alcune voci riportano la notizia di una morte improvvisa avvenuta nel sonno. Dopo l’arrivo di Guglielmi, la Rai ha subito un grande cambiamento, avvenuto soprattutto negli anni che vanno dal 1987 al 1994, quando grazie al suo estro e alla sua capacità di capire quali format potessero essere vincenti e attirare il pubblico.
Alcuni titoli pensati in quegli anni, rappresentano ancora programmi di punta della Rai, basti pensare a “Quelli che il calcio“, “Chi l’ha visto?“, per citarne solo alcuni. Insomma, un talento che ha regalato alla rete una veste rinnovata e fidelizzando una nuova fascia di pubblico.
Innumerevoli, dicevamo, i programmi ideati da Guglielmi: “Linea rovente”, “Samarcanda”, “Telefono giallo”, “Un giorno in pretura”, per arrivare a “La TV delle ragazze”, “Blob”, “Chi l’ha visto?”, “Mi manda Lubrano” (che poi ha cambiato il titolo, diventando “Mi manda Raitre”). Non dimentichiamoci poi dello storico “Quelli che il calcio”.
Il ricordo di Fabio Fazio
Guglielmi ha sempre tenuto a precisare di non voler essere accostato ad una Tv-verità, così come ribadì durante un incontro con Umberto Eco agli inizi degli anni ’90: “Io non mi sono mai sognato di inseguire quell’oggetto metafisico che è la verità. Ho sempre parlato, invece, di realtà. La verità è un giudizio. La realtà comprende anche la bugia. Il reale è ciò che hai davanti agli occhi. Puoi lasciarlo passare, e puoi guardarci dentro. Io ho cercato di comportarmi nel secondo modo. Le mie colpe, in questo senso, cominciarono molto presto“.
A poche ore dalla sua morte, arrivano le parole di Fabio Fazio: “Angelo Guglielmi ha cambiato la Tv rendendola contemporanea e imponendo una rigorosa linea narrativa alle cose che faceva: la Tv come racconto della realtà. Gli devo moltissimo. “La cultura non è una cosa ma un modo di fare le cose”. Questa la sua lezione più importante”, ha voluto ricordarlo così.