Lino Banfi: la censura dopo la denuncia del Moige per il "porca pu**ena"

Lo spot di Lino Banfi per Timvision è finito del mirino del Moige, che ha chiesto l'esclusione della pubblicità dal circuito dei minori, ma la Tim smentisce qualsiasi censura: "Nessun provvedimento da parte delle autorità competenti".

Lino Banfi: la censura dopo la denuncia del Moige per il "porca pu**ena"

Il Movimento Italiano Genitori ha chiesto all’azienda di non trasmettere lo spot in cui il il popolare attore pronuncia il suo celebre ‘porca putténa’ chiedendone l’esclusione dal circuito dei minori. La frase nella pubblicità di Tim Vision non era piaciuta al Movimento Italiano Genitori che ha presentato una denuncia all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e al Comitato Tv Minori,

Ma la Tim smentisce qualsiasi ipotesi di censura, affermando che la programmazione degli spot resterà invariata, visto che non risulta nessun provvedimento da parte delle autorità competetenti. Il Moige ha probabilmente presunto che la richiesta fosse stata accolta visto che gli spot con Banfi protagonista sono più di uno e che l’attore pronuncia frasi differenti in ciascuna delle pubblicità. Così Banfi inveirà lo stesso contro la sua antenna ma in maniera più “politically correct”, per non turbare nessuno. 

Parole del Moige: “Non si tratta di una vittoria di altri se non dei diritti dei minori in tv e sul web, troppo spesso trascurati in sede di programmazione e realizzazione degli spot e dei programmi e quanto accaduto dimostra quanta strada resta da fare, anche se è incoraggiante cominciare finalmente a parlare di diritti dei minori in tv e sul web. Tali questioni, che ad alcuni osservatori appaiono retrive e passatiste, sono state da tempo recepite dalle istituzioni e anche dalla società civile: basti citare il codice di autoregolamentazione tv e minori, le tante delibere Agcom sul tema, l’attività dell’Osservatorio di Pavia”.

La battuta cult del comico pugliese era ritornata in auge dopo l’esultanza di Immobile e Insigne che, nel corso degli Europei 2020, lo avevano omaggiato ripetendo proprio le parole “incriminate” e per il Moige riprodurre questa frase in tv è una dose di di cattivo gusto e volgarità ove è già piena di contenuti non adatti ai minori. 

La Tim ha però precisato che non risulta nessun provvedimento del Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria o del Comitato Media e Minori e che pertanto non vi è stata nessuna censura. La diffusione degli spot previsti a supporto dell’offerta calcio sta proseguendo secondo quanto pianificato lo scorso Luglio.

Continua a leggere su Fidelity News