Le Iene: si parla del "Big Bamboo" e dei problemi attuali in Kenya

Nell'ultima puntata "Le Iene" ha voluto dedicare un servizio al "turismo sessuale" in Kenya, mostrando anche le condizioni precarie della nazione africana.

Le Iene: si parla del "Big Bamboo" e dei problemi attuali in Kenya

Nella giornata di ieri è andato in onda una nuova puntata de “Le Iene“, in cui hanno dedicato un servizio al “Big Bamboo“, il “turismo sessuale” fatte dalle donne che sperano di trovare l’amore o anche solamente delle relazioni di una notte. I paesi più gettonati per questo tipo di pratica sono Giamaica, Kenya, Santo Domingo, Cuba e l’Africa centrale.

La trasmissione di “Italia 1“, condotta da Nadia Toffa, Giulio Golia, Filippo Roma e Matteo Viviani, ha voluto toccare proprio questo argomento in questa puntata, grazie al servizio di Gaston Zama. A recarsi come “inviate”, dopo una lunga lista di candidate, sono Erminia ed Erika, che toccano l’età dei 60 anni. Accanto a loro hanno Mario e Balù, due persone che guidano le donne per Malindi. 

Il fenomeno “Big Bamboo”

In questo servizio vengono mostrate più facce del Kenya. La trasmissione, parlando con una persona che si fa soprannominare “Mandingo“, rivela che non sono solamente le donne a cercare un piacere personale, ma anche molti gay di una età compresa tra i 60 e gli 80 anni che cercano nuove relazioni omosessuali a pagamento. Le cifre gravitano attorno ai 200 e 300 euro a prestazione.

Il giorno seguente il programma decide di mostrare le condizioni disastrose in cui vive Mario. La casa dell’uomo si trova in mezzo a una foresta, in cui vivono anche altre persone. Viene mostrato anche il bagno, composto semplicemente da un buco, che viene condiviso con altre duecento persone. 

Successivamente Mario e Balù mostrano un orfanotrofio, in cui Piera, con l’aiuto delle persone che vivono lì, si occupa dei bambini. Tra una chiacchierata e l’altra, rivela che la maggior parte dei bambini sono sieropositivi o denutriti. Secondo le statistiche del 2017, ci sarebbero oltre 1 milione di persone keniote che soffrono di problemi alimentari, causati anche dalla scarsa qualità del cibo.

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