Le Iene sono uno dei programmi cardine del palinsesto di Italia Uno, nonché una delle trasmissioni di maggior successo proposte da Mediaset negli ultimi vent’anni. Eppure nel corso delle ultime stagioni, per tentare di mantenere l’audience a galla, la qualità dei servizi è inevitabilmente naufragata in virtù di reportage più sensazionalistici, scatenando le ire dei fan di vecchia data.
Il maggior problema de Le Iene è però sempre rimasta l’incolumità degli inviati, non di rado oggetto di vere e proprie aggressioni da parte degli intervistati (in particolare è passato alla leggenda il rapporto di amore ed odio fra il Trio Medusa e Vittorio Sgarbi). Stavolta a fare le spese dell’ira funesta dell’accusato di turno è stata la iena Nadia Toffa.
L’inviata del programma di Italia 1 si era recata in Liguria per intervistare Eleonora Brigliadori, la quale millantava di essere in grado di aiutare i malati di tumore (previa donazione di 100 euro per il prezioso consulto) demonizzando la chemioterapia (ritenuta dalla Brigliadori la “vera causa di morte per i malati di cancro”) e proponendo rimedi che, a definirli omeopatici, probabilmente si farebbe loro un favore. Nella fattispecie, ci si riallaccia sempre all’improponibile “Nuova Medicina Germanica” di Ryke Geerd Hamer.
Alla richiesta di spiegazioni da parte della Toffa però, l’ex conduttrice televisiva – una volta scoperto il microfono nella borsa – ha iniziato una sorta di one-woman-show lanciandosi in un’infuocata sequela di invettive apocalittiche, accusando l’inviata di essere “Schiava dei demoni, senza dio, pezzo di merda vivente“.
La Brigliadori – un tempo volto noto di Canale 5 – è stata registrata mentre ripeteva che il cancro non ha bisogno di essere trattato con i farmaci, sostenendo di essere guarita da un tumore maligno utilizzando semplicemente una crema alla fitolacca. All’obiezione della Toffa riguardo al fatto che non esistono documenti che la Brigliadori abbia mai avuto un cancro, la ciarlatana ha liquidato così la questione: “Cristo ha pubblicato qualcosa? La verità non è nei libri“.