"L’aria che tira", Myrta Merlino attacca Beppe Grillo che difende il figlio Ciro

Myrta Merlino affronta la spinosa questione delle accuse di violenza sessuale a Ciro Grillo, figlio di Beppe. Da donna, mamma e giornalista rimprovera al comico e politico le parole accusatorie rivolte alla presunta vittima di stupro.

"L’aria che tira", Myrta Merlino attacca Beppe Grillo che difende il figlio Ciro

“Grillo parla da padre, ma questo non basta a giustificare tutto. Offende chi denuncia, gioca tra vittime e carnefici, calpesta anni di battaglie per le donne. Il video lascia sgomenti. La giustizia farà il suo corso, ma oggi caro Beppe vaffa lo dico io a te. Da donna e da madre”. Con queste parole, la conduttrice del programma “L’aria che tira, in onda ogni giorno su La7, asfalta su Twitter Beppe Grillo.

Quest’ultimo ha pubblicato sui social un video in cui, a dir poco agitato, difende il figlio Ciro, indagato insieme ad altre tre persone per stupro di gruppo nei confronti di una ragazza conosciuta in vacanza. L’atteggiamento di Beppe Grillo, nelle vesti insolite di papà “premuroso” e “appassionato”, ha lasciato l’opinione pubblica a dir poco sgomenta e ha trovato nella giornalista napoletana una grande oppositrice, tanto da “condannarlo” in apertura della sua trasmissione.

Myrta Merlino attacca pubblicamante Beppe Grillo

Ad un padre “disperato”, così definisce il comico-politico, si può perdonare tutto, ma non la fatidica frase sulla ragazza, accusata di aver sporto denuncia “solo” dopo otto giorni; quando ormai è risaputo che spesso una donna non corre subito dalle forze dell’ordine per tanti motivi; tra cui lo shock e la vergogna di raccontare tutto, affrontando quella che è una vera e propria ferita dell’anima.

“Perché una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf, e dopo 8 giorni fa una denuncia, vi è sembrato strano. È strano!”; sono queste le parole a cui fa riferimento la Merlino, che ha voluto approfondire la questione anche attraverso il suo Blog sul sito di Huffingtonpost.

Per la compagna di Marco Tardelli, il video social del fondatore del Movimento 5 Stelle non ha nemmeno aiutato il figlio 20enne, ma anzi ha solo peggiorato le cose, dato che la famosa avvocatessa Giulia Bongiorno lo userà come prova nel procedimento giudiziario: “Quel video (…) mostra solo quanto dannose possano essere le parole. Forse persino per quel figlio che voleva difendere, se un’avvocatessa inesorabile come Giulia Bongiorno stamattina mi ha detto in diretta che ha deciso di utilizzarlo come prova a carico nel procedimento giudiziario”, scrive.

“Non c’è argomento che possa giustificare un attacco così violento a due ragazze che hanno denunciato uno stupro di branco” – continua il messaggio di Myrta Merlino che, sia chiaro, non ha condannato il figlio di Grillo, ma il video del papà che immediatamente è diventato virale. Ma quanto è giusto che un personaggio pubblico, una personalità di spicco della politica italiana attuale, un ex personaggio tv, utilizzi la sua influenza per attaccare quelle che, allo stato attuale, è una vittima per difendere un figlio che, secondo le accuse, si è macchiato con un episodio di violenza sessuale?

La conduttrice di La7: “Le arringhe vanno affrontate nelle aule, non con i video social”

Presunta vittima o presunto colpevole, il processo si fa nelle sedi opportune. E anche questo la presentatrice del settimo canale sottolinea: “Le arringhe e le memorie vanno affrontate nelle aule, dinanzi alla corte, secondo le garanzie della nostra Costituzione. Non con i video social, oscurando proprio quel principio inviolabile di garantismo e rispetto che tutela anche gli accusati”.

Insomma, Beppe Grillo avrebbe sbagliato su tutta la linea con la pubblicazione di quella clip esagitata in cui urla e sbraita per quasi due minuti di fila. Così, la Merlino si rivolge direttamente all’interessato: “Caro Beppe Grillo, se fossi un amico ti direi quindi che hai sbagliato, senza se e senza ma; se fossi un collega di partito ti chiederei di fare un passo indietro, o almeno di lato, a occuparti delle tue vicende familiari”.

Il blog post della padrona di casa de L’Aria che tira termina con un’altra bella stoccata al “Caro Beppe”, a cui viene ricordato che il celeberrimo VAFFA, una volta creato, può essere anche ricevuto e bisogna imparare ad accettarlo. Affermando di essere prima donna, poi mamma, e poi ancora giornalista, conclude così: “Brutta parola, certo. Ma chi ci è affezionato, deve conservare la coerenza di riceverla. Specie quando l’ha fatta grossa”.

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