Da un anno a questa parte, con l’esplosione della prima ondata di Covid-19, poi della seconda, fino ai giorni nostri, tantissimi sono stati i medici specialisti in malattie infettive e virologia diventati delle vere e proprie “star” del piccolo schermo. Innumerevoli apparizioni in tv, tanti interventi nei dibattiti, tantissimi i consigli, gli ammonimenti, le previsioni.
Basta infatti citare qualche nome che quasi tutta la popolazione italiana di certo riuscirà oggi ad associare il volto e l’ospedale in cui lavorano i medici apparsi più volte in tv. Chi infatti non conosce il professor Massimo Galli, il professor Bassetti, Ascierto, Crisanti, tutti sempre pronti a snocciolare qualche dato epidemiologico riguardanti le infezioni di Covid.
Il ritiro di Galli
Pare però che un medico in particolare abbia di recente deciso di volersi ritirare dalla scena televisiva, lasciando molto più spazio al proprio reale lavoro, ovvero quello di medico, ricercatore e studioso. Questo medico è Massimo Galli, responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. Di recente ospite al programma “L’Aria Che Tira“, programma condotto da Myrta Merlino, il professore ha fatto una dichiarazione che ha lasciato tutti stupiti in studio.
Galli ha infatti annunciato che, per almeno 2 settimane, si ritirerà dalle scene televisive, lasciando spazio ai suoi colleghi, occupando dunque il suo tempo per portare avanti la sua vera attività, quella medica. Ecco quanto dichiarato da Galli durante la sua ospitata: “Basta tv, per almeno 15 giorni ho da lavorare, studiare e fare altro. Ho deciso di togliermi di mezzo per un po’“.
In realtà nella dichiarazione del professore si cela anche una nota di amarezza commista a un senso di sfogo e frustrazione nei confronti della stampa che, a suo dire, tende a distorcere la verità delle dichiarazioni. Galli infatti aggiunge in merito: “Alcuni signori, presenti inclusi, riescono a elaborare assolute fake news mettendo insieme contrasti che non esistono mettendo insieme affermazioni fasulle“.
Particolarmente infastidito anche all’ennesima domanda riguardante l’orario di coprifuoco, ipotizzando una proroga alle ore 23 o 24: “Uno dei motivi per cui non voglio più venire a parlare e che non voglio più parlare di quella parola”. In ultimo il professore ha voluto sottolineare che non è per niente il momento di allentare le restrizioni, se si pensa che in Italia le dosi somministrate ad oggi corrispondo ad appena 24,5 miliorni, contro le 53 della Gran Bretagna.