Le serie tv insegnano e dimostrano che le donne, contrariamente quanto spesso si vede al cinema, sono molto più che belle “principesse”. La televisione supera proprio quell’ideale di donne emancipate per ottenere nuovi guadagni, creando, di conseguenza, vere e proprie eroine che coniugano gli attributi maschili con sex appeal, fascino e intelligenza. Il tutto focalizzato ad un unico scopo: le donne televisive, chiamiamole così, non hanno necessariamente bisogno di un uomo al proprio fianco per riuscire a realizzarsi nella vita e nella società.
Il macho forte, bello e sicuro è ormai morto e ha passato il testimone a donne costruite sul modello di Claire Underwood, l’elegante moglie del signor Underwood della serie House of Cards.
Lei è stata la prima a riuscire nell’impresa di intaccare la supremazia del genere maschile poiché, grazie alle proprie abilità politiche (ma anche di dialettica e retorica e alla propria spiccata intelligenza) è riuscita ad acquistare il potere e, inoltre, la lealtà e l’ammirazione di un pubblico che riesce ad immedesimarsi nel suo personaggio, liberandosi, in questo modo, dalle costrizioni che portavano quest’ultimo a doversi necessariamente immedesimarsi nella “Cenerentola” di turno.
Il personaggio di Claire Underwood è stato il punto di partenza di una vera e propria rivoluzione femminista televisiva: dopo di lei ci sono stati tantissimi altri personaggi, tante altre creature dai piedi avvolti in decolléte strabilianti e corpi incorniciati da abiti informali. Olivia Pope (Kerry Washington), Carrie Mathison (Claire Danes), Nessa Stein (Maggie Gyllenhaal), sono solo alcuni dei nomi che possiamo citare, appartenenti ad una lista che con il passare degli anni va via via aumentando.
Le nuove donne delle serie tv sono delle brillanti professioniste, acute, abili, riescono a muoversi in un “sottobosco fatto di politica e indagini, diplomazia e pragmatismo, insegnando al mondo a girare per il verso giusto senza mai chiedere conto del proprio merito” e capaci, allo stesso tempo, di tenere il passo alla spregiudicatezza che appartiene prevalentemente al genere maschile senza, però, rinunciare alla propria femminilità.
Non tutte sono brave, questo è vero, ma la maggior parte di loro ha la stoffa giusta: il bello di questa tendenza è quello di aver dipinto il thriller, il poliziesco, il crimine di rosa, mostrando che anche le donne oggi posso interpretare qualsiasi ruolo, brutto o bello che sia. “Red” Reznikov (Kate Mulgrew) e Yvonne “Vee” Parker (Lorraine Toussaint), sono l’esempio calzante di Orange is the new black: matrone vendute all’oscurità, al crimine che non rinunciano alla propria crudeltà.