Gomorra, arriva la serie tv. Per Saviano nessun rischio emulazione

Dopo il film Gomorra, arriva la serie televisiva ispirata. L’autore del noto romanzo parla del rischio emulazione: “Credo che guardare Gomorra e poi emulare le gesta dei personaggi sia profondamente improbabile”

Gomorra, arriva la serie tv. Per Saviano nessun rischio emulazione

Gomorra diventa una serie tv e si apre un ventaglio di polemiche sul rischio di emulazione dei fatti raccontati sullo schermo da parte della popolazione residente, soprattutto dei giovani di quei territori “a rischio”. Lo stesso Saviano però sottolinea, in una intervista rilasciata a Sky Atlantic Hd in occasione della presentazione dell’anteprima a Roma: “Quei fatti già avvengono. Guardare alle serie televisive come a un ufficio stampa del male è uno sguardo un po’ superficiale”. Intanto saranno 12 gli episodi televisivi il cui debutto è atteso per il 6 maggio. 

La prospettiva con cui lo scrittore invita a guardare la serie è diametralmente opposta da quella di chi solleva le critiche; secondo lui gli episodi “possono al massimo dare spunti a chi ha scelto di essere un criminale. Si torna sempre al punto di partenza: alla realtà che ha fatto fare una scelta del genere. Del resto il pensiero non è poi così difficile da seguire; non è la tv a dare un’educazione al crimine, già il film mostrava il conto che chi intraprende la strada del crimine prima o poi è costretto a pagare”. La realtà secondo l’autore è già oltre: “non è la fiction che può indurre qualcuno a intraprendere la strada del crimine nella vita. La materia su cui intervenire è quella realtà, non il film che la racconta”.

Sui giornali la vicenda della serie tv dette spazio a polemiche già in occasione del primo ciak battuto nel marzo 2013. La regia è affidata a Stefano Collima, mentre il cast è composto da giovani attori legati al territorio. Ancor prima del suo debutto, la serie ha chiamato l’interesse dei mercati televisivi internazionali e risulta già venduta in 40 Paesi tra cui gli Stati Uniti.

Saviano ha voluto che lo sviluppo della serie fosse un racconto dei meccanismi reali che sono alla base dei fatti di cronaca nera; queste sono anche le garanzie che ha chiesto agli sceneggiatori e allo stesso Collima. Non ha voluto una semplificazione della realtà, né la sua traduzione. Spiega ancora l’autore del romanzo: “non indichiamo soluzioni. Noi dobbiamo raccontare…dal momento in cui si è deciso di stare dentro questo metodo, ovvero raccontare la ferocia ma allo stesso tempo la stupidità, non rendendo nulla etico, ma neanche temendo di mostrare qualcosa che in qualche modo attrae».

Seguendo lo stesso ordine di idee, Roberto Saviano ha sottolineato anche che per lui era importante girare a Scampia e non in altri luoghi; secondo l’autore lo stesso quartiere “è protagonista, è un attore, non è una quinta che puoi ricostruire, è il dna della serie”. Intanto un’annotazione: negli anni successivi all’uscita del film, le cronache portarono alla luce fatti criminali che videro come protagonisti proprio alcuni attori dell’opera. Ora, nell’attesa che la serie tv venga messa in onda, si spera che il seguito sia di ravvedimento e non di emulazione.

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