La diretta di lunedì chiuderà una delle edizioni più lunghe del “Grande Fratello Nip” e del “Grande Fratello Vip“. La sesta edizione, iniziata 13 settembre 2021, ha ottenuto dei discreti ascolti in ambito share, nonostante abbia quasi sempre perso contro la concorrenza messa in campo dalla Rai.
Nella giornata di ieri Signorini ha rilasciato una lunga intervista al “Corriere“, ove parla immediatamente dei presunti problemi legati al razzismo nella casa: “Quindi alcuni concorrenti sono più stupidi che razzisti? Certo che sì. A un certo punto la situazione era sfuggita di mano e mi sono sentito in dovere di parlare a tutti e dargli un consiglio: uscite piuttosto che dare il peggio di voi come state facendo, vi fate del male da soli”.
Non nasconde che quest’anno alcune espressioni sono state decisamente fuori luogo, sottolineando di aver sempre dato la giusta punizione dinanzi a una scorrettezza grave. Tuttavia dice di saper distinguere molto bene l’ingiurioso da quanto invece è provocatorio, rivelando che spesso però i social trasformano tutto in un caso nazionale.
Parlando del reality show in generale, ammette di prendere la trasmissione come un semplice passatempo perché è un format poco credibile: “Sono il primo a dirlo, è un contesto molto cialtrone. Il noi è stato un errore se io avessi voluto coinvolgere Endemol o Mediaset, ma parlavo per me, non mi permetterei mai di esprimere opinioni a nome loro”.
Ritornando a parlare del “GF Vip”, afferma che si tratta di un format usurato ma non superato: “È seguitissimo dai social, fa dibattito in rete, è un affresco nel bene e nel male di quello che viviamo tutti i giorni. Katia Ricciarelli dimostra che l’archetipo della nonnina di Cappuccetto Rosso non esiste: si associa l’idea della persona più che matura alla quintessenza della bontà e dell’accoglienza, ma lei è tutto fuorché buona e accogliente”.
Su Adriana Volpe e Sonia Bruganelli afferma sin da subito che la loro inimicizia è reale, ma questa dinamica gli ha consentito di far gioco e non cela il fatto di aver sperato sempre che il loro rapporto logorante si protaesse per tutta l’edizione, cosa tra l’altro ampiamente accaduta.